Commercio e Turismo, Osservatorio Confesercenti: “Da gennaio a ottobre più di 60mila cessazioni, saldo negativo di 22mila unità”

Nei primi dieci mesi, nei due settori, ci sono solo due aperture ogni tre chiusure. Per il Sud la crisi è più dura, in Sicilia le perdite di imprese di maggiore consistenza.

C’è un segnale positivo: tra settembre ed ottobre ripartono le aperture. Nate quasi 8mila aziende, il 40% dei nuovi imprenditori è un giovane.

 

La crisi di commercio e turismo continua: nei primi 10 mesi del 2013 si registrano oltre 60mila chiusure, per un saldo negativo di poco superiore alle 22mila unità. Vanno male tutti i settori ma, in particolare, continua il tracollo della moda: dall’inizio dell’anno ad ottobre si sono registrate 9.803 cessazioni di attività nell’abbigliamento, tessile, calzature e accessorie, per un ritmo di quasi 1000 chiusure al mese. Nel settore, un tempo il più florido del commercio italiano, si sono registrate nel 2013 solo 4.473 nuove aperture, per un saldo negativo di 5.330 unità. A soffrire sembrano essere soprattutto le regioni del Sud, dove i due settori registrano i risultati peggiori, in Sicilia e Campania in particolare. C’è un segnale positivo: nel quinto bimestre del 2013 ripartono le nuove aperture. Tra settembre e ottobre del 2013, infatti, hanno avviato un attività nei due settori 7.627 imprese (4.560 nel commercio e 3.067 nell’alloggio e nella somministrazione). Un dato il 66% superiore alle 4.594 nuove iscrizioni totali registrate tra luglio ed agosto, ed il secondo risultato più elevato dell’anno. Aumentano, però, anche le chiusure: nel V bimestre sono state più di 10.294, il 18% in più rispetto al numero di cessazioni registrato nei due mesi precedenti.

“L’emorragia di imprese – commenta Confesercenti – non si ferma, anche se si evidenzia qualche piccolo segnale di speranza. Commercio e turismo sono schiacciati dalla crisi dei consumi interni, che è il segno distintivo di questa recessione italiana e che – insieme a una deregulation degli orari e dei giorni di apertura delle attività commerciali che non ha eguali in Europa, e che favorisce solo le grandi strutture – sta continuando a distruggere il nostro capitale imprenditoriale. La crisi sta portando a un rapido rinnovamento generazionale: il 40% delle nuove imprese di Commercio e Turismo è giovanile. E’ la dimostrazione della voglia di non arrendersi dei nostri ragazzi che, di fronte a un tasso di disoccupazione dei giovani che macina record su record, scelgono la via dell’auto-impiego. Adesso cerchiamo di tenerli sul mercato, in primo luogo evitando batoste fiscali, a livello nazionale o locale: gli imprenditori sono preoccupati per l’arrivo della Tares nella maggior parte dei comuni italiani, potrebbe essere la caporetto dei negozi di vicinato, soprattutto per le attività di somministrazione come Bar e Ristoranti”.

 

Tab. 1 Flussi di aperture e chiusure per bimestre delle imprese di commercio e turismo, gennaio- ottobre 2013

Periodo

Imprese di Commercio al dettaglio, Alloggio e Somministrazione

Aperture Chiusure Saldo
I bimestre

7.097

21.072

-13.975

II bimestre

5.591

10.684

-5.093

III bimestre

13.549

9.685

3.864

IV bimestre

4.594

8.747

-4.153

V bimestre

7.627

10.294

-2.667

GENNAIO-OTTOBRE

38.458

60.482

-22.024

Fonte Osservatorio Confesercenti

 

Il bilancio del commercio al dettaglio: 39.019 chiusure in 10 mesi, male Food e No Food. In Sicilia il record di chiusure, commercio alimentare in Valle D’Aosta l’unico segno più d’Italia

 

Il settore del commercio al dettaglio registra, da gennaio ad ottobre 2013, 39.019 chiusure di impresa e 22.768 nuove aperture, per un bilancio negativo in rosso di 16.251 unità. In particolare, le imprese della distribuzione commerciale alimentare registrano 5.670 cessazioni, 3.802 aperture e un saldo negativo di 1.868 imprese. Male anche i negozi non alimentari: per loro, nei primi 10 mesi dell’anno, ci sono state 22.349 cessazioni e 18.966 aperture, lasciando sul campo 16.251 imprese.

 

Considerando sia il Food sia il No Food, il saldo peggiore si registra in Sicilia (-2.113 imprese), in Campania (-1.968) e nel Lazio (-1.610). L’unico bilancio positivo, fra tutte le regioni, è quello degli alimentari in Valle D’Aosta: dall’inizio dell’anno hanno aperto 11 nuove attività, e ne hanno chiuse solo 7, per un risultato in crescita di 4 unità. Ma anche qui continua l’emorragia del non alimentare (52 chiusure contro 31 aperture) , e il saldo complessivo finale torna in negativo a -17 imprese.

 

Tab. 2 Saldo aperture/chiusure commercio al dettaglio, alimentare e non alimentare, per regioni (gennaio-ottobre 2013)

 

Regioni

Aperture

Chiusure

Saldo

Alimentare Non Alimentare e non specializzati Totale Alimentare Non Alimentare e non specializzati Totale Alimentare Non Alimentare e non specializzati Totale
PIEMONTE

235

986

1.221

346

2.310

2.656

-111

-1.324

-1.435

VALLE D’AOSTA

11

31

42

7

52

59

4

-21

-17

LOMBARDIA

375

2.272

2.647

506

3.583

4.089

-131

-1.311

-1.442

TRENTINO-ALTO ADIGE

20

154

174

37

275

312

-17

-121

-138

VENETO

164

1.123

1.287

238

1.891

2.129

-74

-768

-842

FRIULI-VENEZIA GIULIA

35

259

294

61

511

572

-26

-252

-278

LIGURIA

159

453

612

238

992

1.230

-79

-539

-618

EMILIA-ROMAGNA

213

1.246

1.459

310

2.090

2.400

-97

-844

-941

TOSCANA

205

1.056

1.261

334

2.078

2.412

-129

-1.022

-1.151

UMBRIA

47

247

294

63

473

536

-16

-226

-242

MARCHE

79

355

434

122

782

904

-43

-427

-470

LAZIO

379

2.045

2.424

502

3.532

4.034

-123

-1.487

-1.610

ABRUZZO

85

423

508

129

773

902

-44

-350

-394

MOLISE

24

120

144

34

195

229

-10

-75

-85

CAMPANIA

672

3.224

3.896

971

4.893

5.864

-299

-1.669

-1.968

PUGLIA

483

1.778

2.261

587

2.931

3.518

-104

-1.153

-1.257

BASILICATA

47

244

291

61

435

496

-14

-191

-205

CALABRIA

181

862

1.043

254

1.327

1.581

-73

-465

-538

SICILIA

279

1.608

1.887

681

3.319

4.000

-402

-1.711

-2.113

SARDEGNA

109

480

589

189

907

1.096

-80

-427

-507

Totale ITALIA

3.802

18.966

22.768

5.670

33.349

39.019

-1.868

-14.383

-16.251

Fonte Osservatorio Confesercenti

 

 

Moda, la crisi non si ferma: caldo, outlet e liberalizzazioni portano a risultati negativi in ogni Regione. In Campania (-756), Lazio (-613) e in Sicilia (-547) i saldi peggiori

 

Particolarmente grave appare la situazione del commercio al dettaglio di abbigliamento, tessile e calzature. Il settore non beneficia di un recupero di vendite autunnale, a causa del protrarsi del clima caldo: a settembre 2013 le vendite di abbigliamento e pellicceria segnano un calo del 3,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre si assiste al tracollo di quelle di calzature e articoli in cuoio (-6%). La crisi dei consumi e lo spostamento progressivo di quote di mercato verso outlet, catene di pronto moda e shop online completa un quadro di estrema difficoltà: nei primi dieci mesi del 2013 le imprese del commercio di moda registrano saldi di natimortalità negativi sia a livello nazionale (-5.330 unità) sia a livello locale, in tutte le regioni italiane. La Campania appare essere la più colpita: nei primi 10 mesi del 2013 la regione ha registrato 1568 chiusure e 812 aperture, per un saldo negativo di 756 imprese. Seguono, nella classifica dei risultati peggiori, Lazio (saldo a -613) e Sicilia (-547).

 

Tab. 2 Saldo aperture/chiusure commercio al dettaglio di abbigliamento, tessile e calzature, per regioni (gennaio-ottobre 2013)

 

Regioni

Iscrizioni

Cancellate

Saldo

PIEMONTE

209

615

-406

VALLE D’AOSTA/VALLÉE D’AOSTE

10

12

-2

LOMBARDIA

486

997

-511

TRENTINO-ALTO ADIGE/SÜDTIROL

40

75

-35

VENETO

343

601

-258

FRIULI-VENEZIA GIULIA

52

119

-67

LIGURIA

121

315

-194

EMILIA-ROMAGNA

330

649

-319

TOSCANA

268

639

-371

UMBRIA

53

125

-72

MARCHE

75

231

-156

LAZIO

430

1.043

-613

ABRUZZO

95

236

-141

MOLISE

32

59

-27

CAMPANIA

812

1.568

-756

PUGLIA

398

858

-460

BASILICATA

66

132

-66

CALABRIA

175

366

-191

SICILIA

370

917

-547

SARDEGNA

108

246

-138

Totale ITALIA

4.473

9.803

-5.330

Fonte Osservatorio Confesercenti

 

Il bilancio del turismo: 21.463 chiusure in 10 mesi, saldo negativo per 5.773 unità. In Sicilia (-596), Piemonte (-567) e Lazio (-552) i risultati peggiori

 

Anche per le imprese attive nell’alloggio e e nella somministrazione, tradizionalmente considerate afferenti al turismo, il 2013 è stato finora un anno molto difficile. Da gennaio ad ottobre ci sono state 21.463: un dato che nemmeno le 15.690 nuove aperture sono riuscite a correggere, portando a un saldo finale in perdita di 5.733 attività. Anche in questo caso, la perdita più pesante si registra in Sicilia, dove 1.272 imprese chiuse spingono il bilancio in rosso di 596 unità. Seguono Piemonte (-567) e Lazio (-552).

 

Tab. 3 Saldo aperture/chiusure Alloggio e Somministrazione, per regioni (gennaio-ottobre 2013)

 

Regione

Iscrizioni

Cancellate

Saldo

PIEMONTE

1.226

1.793

-567

VALLE D’AOSTA/VALLÉE D’AOSTE

54

70

-16

LOMBARDIA

2.707

3.198

-491

TRENTINO-ALTO ADIGE/SÜDTIROL

300

463

-163

VENETO

1.207

1.655

-448

FRIULI-VENEZIA GIULIA

335

496

-161

LIGURIA

535

774

-239

EMILIA-ROMAGNA

1.350

1.808

-458

TOSCANA

1.125

1.538

-413

UMBRIA

164

279

-115

MARCHE

391

571

-180

LAZIO

1.307

1.859

-552

ABRUZZO

408

636

-228

MOLISE

99

130

-31

CAMPANIA

1.556

1.972

-416

PUGLIA

1.079

1.432

-353

BASILICATA

162

184

-22

CALABRIA

608

730

-122

SICILIA

676

1.272

-596

SARDEGNA

401

603

-202

Totale ITALIA

15.690

21.463

-5.773

Fonte Osservatorio Confesercenti

 

Focus somministrazione: da gennaio a ottobre chiusi 34 ristoranti e 31 bar al giorno. Emorragia di bar anche in Lombardia

 

Nemmeno la somministrazione riesce ad invertire la tendenza: complessivamente nei primi 10 mesi del 2013 hanno chiuso i battenti 9.354 bar e 10.250 ristoranti, ad un ritmo – rispettivamente – di 34 e 31 chiusure al giorno. Anche in questo caso è la regione Sicilia che subisce l’andamento peggiore: le chiusure sono state 678 per un saldo negativo di 323 unità per quanto riguarda i ristoranti, mentre tra i bar le cessazioni sono state 514 per un dato finale di -221. In totale, quindi, nell’Isola scompaiono 554 imprese della somministrazione. Nella classifica delle regioni che hanno ottenuto i risultati peggiori, seguono ancora una volta Lazio e Piemonte, che perdono rispettivamente 531 (284 ristoranti e 247 bar) e 520 (263 ristoranti e 257 bar) imprese.

 

Tab. 4 Saldo aperture/chiusure Imprese ristorazione, per regioni (gennaio-ottobre 2013)

 

Regione

Iscrizioni

Cancellate

Saldo

PIEMONTE

597

860

-263

VALLE D’AOSTA/VALLÉE D’AOSTE

21

29

-8

LOMBARDIA

1.131

1.368

-237

TRENTINO-ALTO ADIGE/SÜDTIROL

108

157

-49

VENETO

506

677

-171

FRIULI-VENEZIA GIULIA

150

220

-70

LIGURIA

262

355

-93

EMILIA-ROMAGNA

611

812

-201

TOSCANA

545

732

-187

UMBRIA

79

140

-61

MARCHE

200

324

-124

LAZIO

675

959

-284

ABRUZZO

211

344

-133

MOLISE

52

67

-15

CAMPANIA

771

1.022

-251

PUGLIA

545

735

-190

BASILICATA

58

69

-11

CALABRIA

288

411

-123

SICILIA

355

678

-323

SARDEGNA

189

291

-102

Totale ITALIA

7.354

10.250

-2.896

Fonte Osservatorio Confesercenti

Tab. 5 Saldo aperture/chiusure Imprese servizio bar, per regioni (gennaio-ottobre 2013)

 

Regioni

Iscrizioni

Cancellate

Saldo

PIEMONTE

579

836

-257

VALLE D’AOSTA/VALLÉE D’AOSTE

26

27

-1

LOMBARDIA

1.440

1.692

-252

TRENTINO-ALTO ADIGE/SÜDTIROL

101

164

-63

VENETO

635

871

-236

FRIULI-VENEZIA GIULIA

166

246

-80

LIGURIA

235

348

-113

EMILIA-ROMAGNA

635

799

-164

TOSCANA

405

590

-185

UMBRIA

70

104

-34

MARCHE

166

207

-41

LAZIO

533

780

-247

ABRUZZO

179

240

-61

MOLISE

41

55

-14

CAMPANIA

703

786

-83

PUGLIA

477

618

-141

BASILICATA

99

99

0

CALABRIA

298

287

11

SICILIA

293

514

-221

SARDEGNA

187

271

-84

Totale ITALIA

7.268

9.534

-2.266

Fonte Osservatorio Confesercenti

Roma, 23 novembre 2013

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