I distretti del commercio in provincia di Padova: dati e futuro

Nicola Rossi: i distretti del commercio rappresentano il futuro delle nostre città

Sono 16 i distretti del commercio riconosciuti dalla Regione nella sola provincia di Padova.

Si tratta di un progetto fortemente voluto dalla Confesercenti che mira allo sviluppo dei nostri centri urbani e dei nostri centri storici.

“La sfida non è solo per gli operatori del commercio ma riguarda i concetti fondamentali di rigenerazione urbana, di sviluppo economico e di qualità della vita nei nostri territori ” a dichiararlo è il Presidente della Confesercenti Nicola Rossi.

“È dal 2007 – continua Rossi – che con interventi diversi (4 finanziamenti regionali, vari finanziamenti della CCIAA di Padova fino al 2013 e progetti sostenuti dal FSE) che Confesercenti sta stimolando la costituzione di organismi di gestione delle attività economiche operanti nei centri storici della nostra provincia”.

Il centro urbano vive grazie alle diverse funzioni che in esso vi operano: non solo commercianti ma anche artigiani, esercenti, liberi professionisti, attività di servizio.

Il riconoscimento dei distretti del commercio è in parte anche un riconoscimento al lavoro svolto dalla nostra organizzazione nel Veneto ed a Padova.

Alcuni dati danno le dimensioni di quanto Amministrazioni Comunali e imprenditori credono a queste strutture:

È passato più di un anno dalla presentazione delle proposte progettuali. È evidente, continua il Presidente Rossi, che a grandi aspettative adesso devono corrispondere risposte concrete.

I nostri centri storici vanno gestisti come grandi imprese: obiettivi, strategie, un team e un manager che lavorino per conseguirli, una costante verifica dei risultati ottenuti che non può prescindere dalla chiusura di cassa dei nostri commercianti. Più business meno eventi.

Tutto questo lo abbiamo sperimentato, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari, fino al 2017 in 10 distretti del Veneto. Le indagini sono state condotte attraverso interviste avviate sul campo a commercianti, consumatori e residenti. Il sistema delle indagini che si basava su una struttura informatizzata che permetteva di gestire on-line la rete capillare di intervistatori presenti nei diversi distretti, è stato in grado di rilasciare i risultati delle indagini in real-time permettendo ai manager di avere in diretta lo stato dei maggiori trend in merito alla profilazione del consumatore, le presenze turistiche o di escursionisti e altre grandezze fondamentali come la propensione alla spesa, livello delle vendite, occupazione o ancora il livello di senso di sicurezza e di soddisfazione in generale.

I risultati sono stati apprezzati da commercianti e da consumatori, come da grafico sintetico sottostante.

I distretti devono superare il concetto di sperimentazione e diventare istituzione ma per raggiungere questo è necessario un ulteriore finanziamento da parte della Regione. Non sarà sufficiente finanziare gli investimenti delle imprese che operano all’interno dei distretti, l’esigenza è di dare ai comuni un contributo per l’attività del manager del distretto. Senza questa figura l’esperienza è destinata a fallire.

Non solo, continua il Presidente Rossi, è necessario saper coniugare l’organizzazione commerciale dei nostri centri storici con la promozione turistica e soprattutto con il sistema di accoglienza. Il passaggio è breve: da distretti del commercio a distretti dell’attrattività dove l’obiettivo è una struttura organizzata in grado di rispondere al meglio a residenti, visitatori, turisti e fruitori dei centri storici.

Sono 16 i distretti riconosciuti per un totale di 9.438 unità locali (negozi e pubblici esercizi) presenti nei territori aderenti.

 

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