Quasi 500 tra i venditori ambulanti, mentre crescono anche nella ristorazione: tra bar e ristoranti se ne contano oltre 700 condotti da imprenditori non italiani
Crescono le imprese a conduzione straniera sul territorio: 576 in più rispetto allo scorso anno. A rilevarlo, l’indagine della Camera di Commercio di Modena, che nei primi 9 mesi del 2018, ne ha contate 8.661 con un saldo positivo del +4,5%, rispetto al medesimo periodo del 2017. “Sono dati a cui guardare con molta attenzione – rileva Confesercenti Modena – A maggior ragione se, tolto il settore delle costruzioni, a crescere sono anche gli ambiti di nostro riferimento, come i servizi alle persone, i pubblici esercizi e turismo, e il commercio sia in sede fissa che su area pubblica. Senza contare una percentuale di imprenditoria giovanile crescente al di sotto dei 35 anni. Tutto questo, mentre il numero complessivo delle imprese resta sostanzialmente stabile e stenta a decollare.”
Tra le imprese straniere, nessun settore è in calo mentre alcuni registrano aumenti sensibili. Tra questi – stando a quelli di riferimento di Confesercenti – si notano: i “servizi alle persone” (+9,0%), e i “servizi alle imprese” (+7,5%). Buono anche l’andamento di alloggio e ristorazione (+3,4%). Variazioni però che, incidono relativamente sulla distribuzione delle imprese straniere, pressoché invariata rispetto ai trimestri precedenti: la maggioranza di esse opera nelle costruzioni (30,5%), seguite dal commercio (22,5%). Riguardo invece alla forma giuridica, le imprese a conduzione straniera sono costituite in prevalenza come ditte individuali (78,1%).
Se guardiamo ai numeri, tra le straniere, le imprese che si dedicano alla vendita all’ingrosso sono 449, seguite da 1107 dettaglianti (in sede fissa e ambulante). Quindi 17, le attività di alloggio e ben 722 quelle di bar e ristorazione. seguono 257 le realtà imprenditoriali dedicati ai servizi alla persona, mentre si fanno largo 12 agenzie viaggi e 79 attività immobiliari
Nell’ambito del commercio ambulante ad esempio su di un totale di 1294 imprese (italiane e straniere, quasi 500, 494 per la precisione sono quelle gestite da operatori stranieri. Dei quali circa il 97% di provenienza da Paesi Extra U. E. e con la stragrande maggioranza di essi attivo nella vendita di tessuti, abbigliamento e chincaglierie a bigiotteria. Altro ambito in crescita quello della ristorazione in cui ormai sono oltre al 20% del totale. Rispetto invece alla nazione di provenienza degli imprenditori nei settori sopracitati, la Cina che al momento detiene il numero maggiore (998, quelli registrati), seguita da Marocco (995), Romania (primo paese U.E. con 351) e Pakistan (272)
Un punto interessante è poi la quota di imprese femminili e imprese giovanili totali. Quelle straniere infatti hanno un tessuto produttivo molto più giovane se confrontate alle modenesi, quasi una su sei è under 35, con una quota di imprese giovanili molto maggiore (17,3%) rispetto a quella del totale imprese (7,0%). Anche le realtà imprenditoriali condotte da donne sono più rappresentate tra le imprese straniere, quasi una su quattro è a maggioranza femminile (23,7%), ma in questo caso il valore corrispondente per le imprese totali è abbastanza simile (21,6%). Infine le imprese sia giovanili che femminili straniere sono il 4,8% delle imprese straniere, mentre il dato corrispondente per le imprese totali è pari al 2,0%.
“Nel constatare dunque, il consolidarsi di questo incremento, riteniamo sia anche utile ricordare che, le Associazioni, a riguardo, mantengono forti difficoltà ad intercettare le nuove forme imprenditoriali rappresentate da stranieri. Gap, con ogni probabilità riconducibile anche ad una diffusa separatezza che ancora contraddistingue la comunità degli stranieri rispetto al tessuto economico-sociale del nostro territorio. C’è necessità quindi di operare col fine di trovare le modalità più idonee volte a stabilire un rapporto che sia costruttivo. I processi di integrazione passano anche attraverso l’impegno del mondo associativo a tal senso. A partire da centri di formazione che possono svolgere un ruolo importante ampliando la gamma degli interventi formativi al campo istituzionale, oltre a quello economico. E tutto ciò, perché: se è vero che un’associazione di impresa che si riconosce nei valori della nostra Carta Costituzionale non può non schierarsi a difesa dei diritti umani e dell’accoglienza, è altrettanto vero che non può derogare da una politica dei doveri. Pertanto è indispensabile che chi viene accolto dovrà poi impegnarsi nello studio della nostra lingua, del nostro ordinamento istituzionale oltre che doversi rendere utile alla comunità che lo accoglie con il lavoro. Quindi non cittadini di serie A o di serie b, ma cittadini a tutti gli effetti con diritti e doveri uguali senza eccezioni o deroghe alcune. E in quest’ottica il mondo associativo può svolgere un ruolo di formazione e di integrazione importante finalizzato ad una maggiore coesione economica e sociale”, sostiene Confesercenti Modena.