Spiragli luce per commercio tradizionale buon auspicio con Natale alle porte, va sostenuto
Uno scenario in cui si addensano ancora le ombre sulle luci. È quanto emerge dalle rilevazioni Istat di novembre sul clima di fiducia: il sentiment delle imprese continua ad essere negativo, per il quarto mese consecutivo, mentre il commercio tradizionale mostra un leggero recupero di fiducia, un flebile spiraglio di buon auspicio con il Natale alle porte. Sul fronte dei consumatori si segnala, invece, un lento miglioramento dell’indice che comunque si mantiene su livelli molto bassi. Caro vita e alti tassi di interesse continuano, perciò, a pesare sui portafogli delle famiglie e sulle imprese, anche se l’inflazione complessiva è in rientro.
Così Confesercenti in una nota.
Il sistema produttivo, infatti, sta scontando maggiormente i contraccolpi delle incertezze internazionali, insieme a livelli dei tassi di interesse che sono raddoppiati in un anno e con una domanda che resta, invece, stagnante. Con riferimento al commercio al dettaglio, invece, si segnala un leggero recupero di fiducia che resta però sotto la media del primo semestre dell’anno.
Per quanto riguarda i consumatori si intravede qualche luce, con le famiglie che hanno affrontato il 2023 attingendo, dove possibile, ai risparmi per cercare di mantenere i livelli di spesa e far quadrare i bilanci, e continuano a fronteggiare una situazione ancora difficile sul fronte dei prezzi anche se l’inflazione complessiva sta rientrando, spinta verso il basso dai prezzi dei prodotti energetici e delle utenze domestiche.
Una risposta emergenziale, di buon auspicio con le festività alle porte, ma che non potrà ripetersi con il nuovo anno: bisogna, perciò, intervenire in modo più incisivo e strutturale a sostegno del potere d’acquisto delle famiglie. La legge di bilancio certamente prende atto di questa fase difficile, con interventi opportuni in questa direzione, ma occorre fare di più a sostegno dei consumi e dell’economia. Bene, dunque, l’accettazione da parte della Commissione europea della revisione del PNRR e l’erogazione della quarta rata. Ora, però, è necessario far ripartire la domanda interna, con un Pil che secondo nostre stime potrebbe fermarsi allo 0,6% nel 2024, così come è fondamentale rafforzare gli strumenti di accesso al credito per le imprese meno strutturate in questa fase delicata.