Una popolazione anziana (più della media toscana) e un reddito pro capite inferiore rispetto alla media nazionale sono due delle caratteristiche che segnano la Maremma
È quanto emerge dalla relazione del direttore provinciale Confesercenti Grosseto Andrea Biondi, che, durante la presidenza provinciale dell’associazione di categoria, ha analizzato la situazione economica della nostra terra. All’incontro ha partecipato anche il presidente regionale Nico Gronchi.
Un abitante su tre (il 29%) non rientra più nella popolazione attiva in quanto ultrasessantacinquenne. Siamo oltre due punti e mezzo sopra la media Toscana che è già una regione in cui si vive a lungo, e ben cinque rispetto all’Italia che è tra le più anziane del mondo. Se questo dimostra una buona qualità della vita, di contro emerge bene quali possano essere le difficoltà anche di ricerca del personale per le aziende alla ricerca di lavoratori stagionali.
Un altro punto su cui si è soffermato Biondi è il reddito medio: i maremmani guadagnano in media 80 euro in meno a settimana rispetto alla media nazionale degli stipendi. Un gap che si riduce un po’ rispetto ai lavoratori extracomunitari ma comunque permane.
Se le imprese attive (settore commercio, turismo e servizi), in Toscana sono leggermente diminuite nell’ultimo anno, in provincia di Grosseto questo dato è in controtendenza, cosa che dimostra un dinamismo positivo della nostra terra. Se però si tolgono dalla conta le imprese di stranieri nel terziario ecco che la provincia smette di crescere: le piccole imprese italiane sono in calo.
Quello che emerge, sostanzialmente, è che questa è la provincia più povera della Toscana rispetto al reddito medio da lavoro. Con un saldo demografico negativo per circa 2mila unità contro un saldo migratorio positivo di 700 unità (al 2023), con un trend negativo anche per la piccola impresa non straniera del terziario, e questo, come sottolineato da Biondi nella delineando le proposte di iniziative sindacali di Confesercenti per il 2025, responsabilizza l’associazione nella rappresentanza datoriale.
Il presidente regionale Confesercenti Nico Gronchi ha analizzato la situazione economica generale «Purtroppo le molte incertezze che caratterizzano questo periodo stanno impattando duramente nel nostro quotidiano. In toscana il 58% delle spese familiari va in spese incomprimibili: bollette, luce acqua… I numeri del commercio sono in crisi e ci rimarranno: alcuni settori hanno perso il 74%. A soffrire particolarmente come edicole o distributori di carburante. Negli ultimi dieci anni sono cresciuti i negozi di abbigliamento, è abbiamo perso il 44% dei negozi di confezioni e calzature per bambini».
«Cresce il numero delle rivendite di tabacchi perché sono diventate hub di servizi in cui fare quasi tutto – prosegue Gronchi -. così rispondendo a una desertificazione che stiamo riscontrando negli anni, specie nei centri più piccoli. In molti casi le imprese stanno rispondendo bene, ma lo fanno in maniera non coordinata. Abbiamo tante eccellenze che stanno cercando di dare risposte ai turisti manca però una regia. Per questo come Confesercenti stiamo lavorando con la Regione Toscana».
«Voi avete intrapreso un percorso virtuoso, penso ad esempio al tortello Igp, ma non lasciamo che resti una cosa locale, coinvolgiamo i parlamentari per far si che diventi un prodotto della proposta di filiera enogastronomica della Regione».
«Parte dell’Italia vive di turismo e sino a cinque anni fa il Ministero del turismo non esisteva. Abbiamo vissuto per anni di rendita. Ora non si può più fare; crescono altre forme di turismo: i cammini, un turismo slow, o ancora le terme. Bisogna cambiare e diversificare».
Poi Gronchi parla del futuro prossimo: «Abbiamo fatto atterrare per le imprese toscane nove bandi per oltre 118 milioni di euro. Risorse regionali. Dal digitale, alla creazione d’impresa, alle imprese femminili. Sfruttiamo questa occasione».
Infine dal tavolo della presidenza ha preso la parola Claudio Pierini, presidente provinciale Fiba per sottolineare le prossime iniziative di rappresentanza della categoria in questa fase delicata che rischia di mettere in dubbio l’esistenza della piccola impresa locale operante nel settore balneare.
L’incontro si è concluso con un utile approfondimento con i consulenti assicurativi UnipolSai sull’obbligo assicurativo per le imprese contro i danni per le calamità naturali in vigore da gennaio 2025.