“L’auspicio è che il Senato lo modifichi profondamente”
”Il provvedimento che oggi è in discussione alla Camera dei Deputati ci lascia fortemente insoddisfatti. E’ abbondantemente al di sotto delle attese ed esigenze di migliaia di imprese e di lavoratori – afferma il Segretario Generale di Confesercenti Mauro Bussoni – ed auspichiamo che al Senato si intervenga con modifiche profonde in grado di riequilibrare la situazione.
Lo diciamo con amarezza ma il testo che viene approvato finisce con lo sbattere la porta in faccia alle 650 mila imprese del commercio al dettaglio che avevano sostenuto l’iniziativa di Confesercenti e che si attendevano dal Parlamento una risposta ben diversa. Sei giorni di chiusura obbligatoria, neppure uno al mese, sono davvero poca cosa e non tengono nel dovuto conto né delle 150 mila firme raccolte da Confesercenti, né delle prese di posizioni di parte del mondo cattolico, di regioni che non a caso si apprestano a ricorrere allo strumento del referendum, di sindacati e lavoratori. Del resto, anche settori imprenditoriali della media e grande distribuzione non si sono fatti soggiogare dal mito di una liberalizzazione selvaggia che non ha certo frenato il disastro dei consumi e dell’attività commerciale se è vero che dal 2012 sono sparite oltre 56 mila imprese e 100 mila occupati.
Mercoledì primo ottobre saremo in Parlamento per confrontarci con partiti e forze sociali e ribadire il no a scelte solo simboliche che finirebbero per aggravare lo stato già grave del settore. Soluzioni equilibrate sono possibili e possono essere utilmente ricercate”.