Oggi primo incontro con imprese, previsto nuovo appuntamento in due-tre settimane. Manca numero legale al Senato, voto slitta alle 16.00
Dopo il via libera alla fiducia sul Jobs Act arrivato dal Consiglio dei Ministri di ieri, questa mattina il Governo incontra a Palazzo Chigi sindacati e associazioni imprenditoriali, nella persona dei rappresentanti di Rete Imprese Italia (l’organizzazione costituita da Cna, Casartigiani, Confartigianato, Confesercenti e Confcommercio), di Confindustria e Alleanza delle Cooperative. Sul tavolo del confronto e della discussione il Jobs Act, l’articolo 18 e il TFR.
Alla riunione hanno partecipato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, quello dell’Economia, Pier Carlo Padoan, la titolare della Funzione pubblica, Marianna Madia e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Per le imprese sono presenti il Presidente di Rete Imprese Italia Giorgio Merletti, il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e il Presidente di Alleanza delle Cooperative Mauro Lusetti, ai quali il Premier ha assicurato che l’intervento sul Tfr si farà solo con l’ok delle piccole e medie imprese, questione su cui si è recentemente espressa Rete Imprese Italia. Il premier ha inoltre esortato a trovare formule per incentivare il lavoro a tempo indeterminato. Dopo il confronto di oggi a palazzo Chigi sulla riforma del lavoro, ci sara’ un nuovo incontro tra il governo e le imprese tra due-tre settimane tutto incentrato sulla legge di stabilità. “Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi ha assicurato alle imprese che l’operazione anticipo del Tfr in busta paga si farà solo se si individua un meccanismo che rende neutro, in particolare per le piccole e medie imprese, l’erogazione della liquidazione maturanda per i lavoratori che ne facciano richiesta. ‘Tutto si può fare – ha detto il presidente di Rete imprese Giorgio Merletti – tranne interventi che tolgano liquidità alle piccole imprese”.
Per i sindacati sono presenti i segretari generali di Cgil, Uil e Ugl, Susanna Camusso, Luigi Angeletti e Geremia Mancini, il segretario generale aggiunto della Cisl, Annamaria Furlan. L’incontro con i sindacati in sala Verde a palazzo Chigi ha preso il via con una introduzione, durata 8 minuti, in cui il premier Matteo Renzi ha perimetrato i tre punti del confronto: oltre ovviamente all’articolo 18 e la questione del Tfr anche il salario minimo, la rappresentanza sindacale e la contrattazione decentrata. “Si puo’ anche non essere d’accordo ma si deve concludere”, ha detto ieri il Presidente del Consiglio. Nel corso dell’incontro con i sindacati dei lavoratori, Renzi ha annunciato che i nuovi ammortizzatori sociali potranno contare su 1,5 miliardi di euro aggiuntivi che saranno stanziati nella legge di stabilità.
Una discussione “interessante” che sarebbe stata definita, una volta, “ampia e approfondita” e “soddisfacente”. Cosi’ il premier Matteo Renzi, al termine dell’incontro con le parti sociali commenta l’andamento del confronto. Quanto alle imprese, Renzi ha riportato i loro timori all’ipotesi di uno smobilizzo del Tfr in busta paga: “dubbi comprensibili” li ha definiti rassicurandoli sul fatto che l’operazione andrà avanti solo se ci sarà un garanzia da parte delle banche. “Noi ascoltiamo chiunque, miglioriamo se dobbiamo migliorare, impariamo cose importanti. Ma ribadiamo il messaggio: questo è un Paese che deve cambiare, ha bisogno di entrare in modo forte nel futuro. Non ci faremo bloccare dai veti o dalle opinioni negative. Siamo rispettosi delle manifestazioni di protesta, ma andiamo avanti”. Ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Sul Jobs act è stato fatto “un lavoro molto serio con il Pd, ci siamo parlati anche modificando la linea iniziale per accogliere alcune critiche. Ma a un certo punto si deve decidere e votare. La direzione Pd ha deciso. Penso che tutte le senatrici e i senatori votino fiducia sulla delega del lavoro, come sempre. Non temo agguati e ove ci fossero li affronteremo”.
Intanto il Jobs Act slitta in Senato. Dopo che per la quarta volta è mancato il numero legale, la seduta dell’Aula del Senato sul Jobs act è stata rinviata alle ore 16 di questo pomeriggio. “Valutato l’andamento della seduta – ha detto la presidente di turno Linda Lanzillotta – la seduta è tolta e riprenderà alle ore 16”.