La banca europea per gli investimenti: finora nelle proposte troppa partecipazione del pubblico e poca dei privati
La Bei darà priorità non solo alla qualità dei progetti ma anche alla loro “velocità” di completamento. L’obiettivo infatti e’ di finanziare quelli “che possano essere mostrati presto all’opinione pubblica europea, non mega progetti infrastrutturali che saranno realizzati nel 2025 o più tardi ma decisamente prima”. Così il presidente della Bei Werner Hoyer nel presentare il bilancio 2014 e l’attività per il 2015 della banca.
“Quel che non vedo – ha detto Hoyer – è un numero sufficiente di progetti privati”, essendo pubblica la grande maggioranza di quelli presenti nella lista dei circa 2mila presentati dai 28. In particolare occorre che abbiano accesso all’Efsi le società che si occupano di ricerca e sviluppo, con un forte accento sulla componente innovazione, anch’essa carente secondo il presidente della Bei. In ogni caso, ha ribadito, “alcuni dei 2mila progetti della lista non vedranno mai la luce del sole, ma non possiamo per ora fare una stima di quanti saranno finanziati” dall’Efsi. La Bei non ha voluto fare stime nemmeno su quanti finanziamenti potranno essere anticipati prima che questo entri in funzione, forse a settembre (data-obiettivo), dal Fei da maggio-giugno per le pmi, come annunciato lo scorso martedì dopo la riunione del board della Bei. Diverse sono le banche promozionali nazionali, dalla Cdp al suo equivalente francese, tedesco e polacco, a essere interessate alla partecipazione all’Efsi, ma le modalità sono tuttora in corso di discussione. Il loro ruolo è chiave per la Bei in quanto, ha spiegato Hoyer, possono fornire un’expertise per la valutazione dei progetti presentati per il Piano Juncker, anche in termini di risorse umane data la scarsità dello staff della Bei.