Confermate le rilevazioni di Confesercenti ed SWG. Ma per le imprese del sud possibili aggravi
“I primi dati che abbiamo” sulle assunzioni a tempo indeterminato con la decontribuzione, previste dalla legge di Stabilità, “sono incoraggianti: nei primi 20 giorni, ossia dall’1 al 20 febbraio, 76mila imprese hanno fatto richiesta”. Lo ha detto il presidente dell’Inps, Tito Boeri, spiegando che l’istituto fornirà “sistematicamente” i dati e “a fine mese forniremo i numeri con la comparazione sulle imprese e le assunzioni fatte negli anni precedenti”.
Il riferimento è alla possibilità di non versare i contributi (fino a un tetto di 8.060 euro) previdenziali per tre anni, per le assunzioni a tempo indeterminato avvenute nel corso del 2015, introdotta con la legge di Stabilità per il 2015. Dalla decontribuzione sono esclusi premi e contributi Inail. Il presidente dell’Istituto ha anche aggiunto che le persone coinvolte dalle assunzioni potrebbero essere molte di più di quelle 76mila richieste arrivate. Si tratta di un nuovo segnale incoraggiante per l’economia italiana, reduce da anni di recessione che hanno ancora pesantissimi strascichi a livello sociale, che conferma i risultati del sondaggio condotto da Confesercenti, che aveva rilevato che i nuovi sgravi contributivi per il lavoro dipendente, introdotte da Legge di stabilità, potrebbero portare ad un aumento dei contratti a tempo indeterminato. Ma non tutte le imprese risparmieranno: con le nuove regole, quelle operanti nelle zone svantaggiate del Paese – per la maggior parte nel Mezzogiorno – potrebbero trovarsi, paradossalmente, a sostenere un aggravio di 8mila euro in più per dipendente.
In particolare, il 36% segnala di volere assumere nel corso dell’anno 1 o più dipendenti a tempo indeterminato, approfittando dei nuovi sgravi, contro il 21% che si vuole orientare comunque su contratti a tempo determinato. Rimane alta, però, l’incertezza: il 43% dei titolari di impresa intervistati appare, infatti, ancora indeciso.
Le regole introdotte dalla Legge di Stabilità abrogano alcuni precedenti sgravi contributivi, ormai strutturali, previsti da 25 anni dalla legge 470/90. Un problema soprattutto per imprese delle zone svantaggiate che, con la vecchia normativa, avevano uno sgravio complessivo di circa 27mila euro in tre anni per un dipendente con contratto di quarto livello del settore terziario. Con le nuove norme introdotte dalla Legge di Stabilità, invece, il risparmio potrebbe ridursi a soli 19mila euro.
“Si tratta di un ‘buco’ nella previsione normativa che deve essere risolto al più presto – spiega Mauro Bussoni, Segretario Generale Confesercenti – visto che si iniziano a cogliere segnali di ripresa nel tessuto imprenditoriale. A partire da quest’anno, infatti, si assisterà a un’inversione di tendenza e ad un lento ripopolamento delle imprese nel commercio e nel turismo. Tra il 2015 ed il 2017, secondo le nostre proiezioni il numero di imprese attive di commercio e turismo tornerà ad aumentare, con un incremento di 32.543 unità. Una crescita che però va sostenuta completando l’intervento normativo non solo a favore dei dipendenti delle imprese delle zone svantaggiate; ma anche e soprattutto sostenendo le nostre startup con un piano di defiscalizzazione triennale, come del resto avviene già in molti Stati dell’Unione Europea. E’ questa la strada maestra per rilanciare l’imprenditorialità e l’occupazione nel nostro Paese”