Confesercenti ne proponeva l’abolizione da anni: è obsoleto e costa fino a 2.000 euro l’anno ad impresa. Anticipare l’avvio del nuovo sistema“Sono quasi 20 anni che Confesercenti ha proposto il superamento dello scontrino fiscale, ormai reso obsoleto dalle nuove tecnologie ed inutilmente costoso per le imprese. Tra spese per registratore di cassa, rotoli, interventi tecnici e di conservazione ai fini fiscali, il vecchio scontrino arriva a costare ad un impresa fino a 2.000 euro l’anno. E costa pure all’ambiente: in media un negozio consuma ogni anno circa 200 rotolini per stampare gli scontrini, vale a dire circa 1 milione e 700 mila chilometri di carta”.
Così Massimo Vivoli, da qualche giorno alla guida di Confesercenti Nazionale, commenta le decisioni prese dal Consiglio dei Ministri di oggi su fatturazione elettronica, invio telematico dei corrispettivi e scontrino digitale.
“Lo scontrino fiscale è uno strumento sempre più obsoleto, che confligge con la rapidissima evoluzione dei mezzi di pagamento. Nell’era delle transazioni contactless e via smartphone, quel pezzo di carta sembra uscito dalla preistoria. Già nel 1996, Governo Prodi e Ministro Visco, le associazioni delle PMI, Confesercenti in prima linea, hanno sottoscritto un accordo che prevedeva il progressivo superamento della valenza fiscale dello scontrino e della ricevuta fiscale, collegandolo al rispetto dei singoli studi di settori. E nel 2000, avevamo strappato all’allora ministro delle Finanze Ottaviano Del Turco l’impegno di eliminarlo, poi naufragato. Speriamo che sia davvero la volta buona”.
“Apprezziamo – continua Vivoli – che si preveda da parte delle imprese un sistema premiale e su base volontaria per aderire, soluzione che permetterà una transizione più efficace. Ma sarebbe stato opportuno anticipare l’avvio dello scontrino digitale a partire dal prossimo primo gennaio. E’ utile anche la riduzione degli adempimenti amministrativi contabili per alcune tipologie di imprese che aderiscono al nuovo sistema, anche se attendiamo l’individuazione delle categorie specifiche”.
“In generale la direzione indicata dal Governo è quella giusta”, conclude. “Ora bisogna andare avanti con coraggio. E’ fondamentale che l’introduzione della tracciabilità totale non porti, nemmeno in futuro, nuovi aggravi per le imprese, soprattutto sotto il profilo degli adempimenti burocratici. Sarebbe opportuno ora completare il quadro della rivoluzione ‘digitale’ del fisco introducendo agevolazioni e sgravi per la moneta elettronica, da destinare alle imprese che vogliono dotarsi dei più moderni sistemi di pagamento. Un intervento che, nei Paesi dove è stato applicato, ha dato ottimi frutti”.