AUTOSTRADE. 20 E 21 OTTOBRE AREE DI SERVIZIO CHIUSE PER SCIOPERO.
IL DECRETO MIT/MISE DI FERRAGOSTO PROTEGGE RENDITE DI POSIZIONE DI CONCESSIONARI E MARCHI RISTORAZIONE E PETROLIFERI, AI DANNI DI GESTORI E UTENTI.
AL TAR LAZIO I RICORSI DEI GESTORI CONTRO DECRETO E BANDI DI GARA DEI CONCESSIONARI.
Le Aree di Servizio autostradali rimarranno chiuse per sciopero per 48 ore, dalle ore 22.00 del 19 ottobre alla stessa ora del 21. A tale manifestazione di protesta – fanno sapere le Organizzazioni di categoria, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio – farà riscontro un presidio pacifico di gestori presso la più importante società concessionaria autostradale – Autostrade per l’Italia – che si terrà in Via Bergamini 50, a Roma, la mattina del 20 ottobre, con inizio alle ore 11.00. Dopo lunghi mesi di assoluta inerzia che hanno consumato inutilmente e quasi per intero i due anni di proroga delle sub concessioni già scadute concessi dall’Antitrust per procedere ad una razionalizzazione della rete delle aree di servizio autostradali allo scopo di restituire agli utenti di questa viabilità prezzi più contenuti e servizi qualitativamente adeguati, i Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dello sviluppo economico hanno dato alla luce, nell’indifferenza del caldo ferragostano, un Decreto che si traduce – tra affermazioni di principio ambiziose e codicilli che immediatamente le negano – in un beffa sia per quanti vi operano che per i consumatori.
Nessuna razionalizzazione della rete (previste 25 chiusure e, allo stesso tempo, 19 nuove aperture), nessun contenimento dei livelli di royalty imposti dai concessionari (fino al +1400% negli ultimi dieci anni), nessun innalzamento degli standard di servizio (al contrario, si premia l’automazione spinta delle vendite di carburanti, di alimenti e bevande).
In realtà, proprio perché i concessionari possano conservare le ingenti rendite di posizione acquisite negli anni (oltre i pedaggi che aumentano ogni anno in modo automatico), il decreto ministeriale “autorizza” i marchi della ristorazione e quelli petroliferi a “risparmiare” proprio ai danni dei gestori e degli utenti. In modo tale, oltre tutto, da porsi sotto diversi profili al di fuori dall’alveo del quadro normativo vigente.
Per queste ragioni, le Organizzazioni di categoria dei gestori – Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Anisa Confcommercio – hanno predisposto appositi ricorsi avversi sia al Decreto Interministeriale che ai bandi di gara definiti dai concessionari in corso di deposito presso il TAR del Lazio.