Valutare investimenti, riforme e piani di rilancio risanamento
L’Italia è uno dei Paesi dell’Eurozona i cui progetti di bilancio sono a “rischio di inadempienza rispetto ai requisiti per il 2016” del Patto di Stabilità Ue. Ad affermarlo è la Commissione europea, che però apre alla possibilità di margini di flessibilità sulla Penisola, in particolare se utilizzati per sostenere investimenti e riforme.
L’Italia, assieme a Austria e Lituania, è uno dei Paesi che attualmente non è sotto procedura correttiva (preventive arm), ma su cui vengano ravvisati rischi di inadempienza. A loro si aggiunge la Spagna, che invece si trova già in una situazione di corrective arm, sulla base delle regole del Two Pack sui conti.
Un altro gruppo di paesi (Belgio, Finlandia, Lettonia, Malta, e, fra quelli che non hanno ancora riportato il deficit/Pil sotto il 3%, anche Francia, Irlanda e Slovenia) è stato considerato dall’Esecutivo Ue come “adempienti a grandi linee” (“broadly compliant”). Per questi Stati membri potrebbe esserci “qualche deviazione dal percorso di aggiustamento verso l’Obiettivo di medio termine”.
I paesi con i progetti di bilancio 2016 conformi ai requisiti del Patto di Stabilità Ue sono solo cinque: Estonia, Germania, Lussemburgo, Olanda e Slovacchia.La Commissione chiede ai paesi a rischi di inadempienza e a quelli solo “a grandi linee” adempienti di “prendere le misure necessarie entro il processo di bilancio nazionale per assicurare che il bilancio del 2016 sia conforme al Patto di stabilità”.
L’Eurogruppo discuterà le valutazioni della Commissione sui bilanci nazionali in una riunione straordinaria lunedì 23 novembre.