L’approfondimento a cura dell’Ufficio Economico Confesercenti
Il dato odierno dell’Istat sul commercio estero, che segnala un aumento congiunturale dell’export dell’1,6%, è sicuramente positivo. Soprattutto perché arriva alla fine di un trimestre in cui si è registrata una diminuzione rilevante (-2,3%). A trainare la ripresa è l’esportazione di auto, cresciuta in valore del 30% a settembre e del 34% nei primi nove mesi.
La bilancia commerciale italiana ha registrato un forte e veloce recupero nell’ultimo quadriennio. Ed è passata da un deficit cumulato di 30 miliardi (2010) ad un avanzo di circa 43 miliardi nel 2014. Si tratta di un dato record, mai osservato negli ultimi decenni.
Il 2015 sembra caratterizzarsi per un rallentamento, ma sicuramente presenterà valori rilevanti. Nei primi nove mesi dell’anno, infatti, il surplus cumulato è di quasi 30 miliardi, al lordo della componente energia.
Anche le importazioni, però aumentano. Complice la ripresa della domanda interna, in questa fase stanno crescendo a maggiore velocità relativa.
Entrambe le dinamiche sono spiegabili in parte con il deprezzamento dell’euro, in parte con una stasi o lieve perdita di competitività delle nostre produzioni, sia sui mercati UE che extra UE, rappresentata dalla flessione della quota intraUe e dalla stasi di quella extraUe, che si confronta, invece, con la crescita della quota di altri paesi comunitari.
I dati in volume testimoniano queste dinamiche. Gli indici dell’import (per beni di consumo e strumentali, per i prodotti intermedi) nei primi nove mesi di quest’anno crescono di più del doppio di quelli corrispondenti per l’export. Fa eccezione solo l’energia.
In sintesi, quindi, sicuramente assistiamo ad una ripresa della nostra capacità di esportare. Che, però, è in attesa di una stabilizzazione e consolidamento, come avviene per la spesa delle famiglie.