L’ingrosso prosegue nel consolidare la propria posizione. Flessione negli altri: alimentare ed extralimentare col segno meno.
Consumi un po’ in affanno nel terzo trimestre 2015. Rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, il trend dei ricavi tra le MPMI (micro, piccole e medie imprese) del commercio e del turismo modenesi, non va oltre ad un +0,6%. Un risultato modesto, determinato unicamente dalle imprese dell’ingrosso, i cui ricavi hanno segnato un +4,3%. Affari in calo invece negli altri settori, dove primeggiano in negativo i pubblici esercizi.
È l’Osservatorio di Confesercenti Modena a rilevarlo insieme al permanere di una leggera sofferenza tra le piccole attività, “Sono molte le MPMI che non riescono ancora ad agganciare la timida ripresa dei consumi in atto – fa notare Confesercenti – appannaggio al momento solo della grande distribuzione organizzata, come certificato anche dall’ISTAT a livello nazionale. Vi sono tuttavia segnali che inducono ad un certo ottimismo circa le vendite del periodo natalizio a partire dal clima di fiducia dei consumatori in costante aumento. Segnali, che giustificano così le aspettative positive manifestate dalla maggior parte degli imprenditori del commercio in questi giorni, che se confermate dai dati potrebbero riportare in positivo il saldo a fine anno”:
30 settembre 2015 – 30 settembre 2014: andamento ricavi per settori
Commercio al minuto di alimentari: -0,9%. È lieve la flessione dei ricavi tra i piccoli esercizi del minuto alimentare. La crescita dei consumi alimentari rilevata dall’ISTAT continua ad interessare solamente discount e supermercati. Fanno eccezione però alcuni negozi fortemente specializzati in prodotti di alta qualità che, oltre a mantenere i volumi di vendita degli scorsi anni, in alcuni casi registrano anche aumenti significativi. Forti le aspettative per le settimane pre-natalizie: gli operatori si attendono una inversione di tendenza rispetto all’andamento del 2015 con un aumento anche sul Natale 2014.
Commercio al minuto extra alimentare: -0,8%. Il trend leggermente positivo che aveva caratterizzato i mesi scorsi lascia ora nuovamente spazio al segno meno. A soffrire sono nuovamente l’abbigliamento e le calzature, ma anche quei beni durevoli, come mobili ed elettrodomestici, che nei due trimestri precedenti avevano in parte invertito la rotta. Tra i settori dell’extra alimentare, alcuni quali pelletteria, gioielleria e oggettistica regalo, sviluppano nel mese di dicembre anche il 30% del loro volume d’affari annuo. Sarà quindi fondamentale l’andamento delle vendite natalizie che gli operatori di questo ambito si attendono in aumento rispetto al 2014.
Ristorazione e pubblici esercizi: -4,2%. Sono andati disattesi gli auspici degli imprenditori di un’ inversione di tendenza per il III° trimestre dell’anno. La stagione estiva, eccezionalmente calda ha svuotato le città e di conseguenza anche i locali pubblici di gran parte della nostra provincia. L’andamento negativo dei ricavi risulta poi condizionato anche da prime colazioni e pranzi veloci in ulteriore diminuzione. Le imprese del settore esprimono però un moderato ottimismo per i consumi nel periodo natalizio: attese in aumento, seppur contenuto, cene aziendali, ma soprattutto i pranzi e le cene nelle tradizionali giornate di festività.
Commercio all’ingrosso: +4,3% Continua a confermarsi solida la crescita che sta caratterizzando questo settore già da diversi trimestri. L’aumento dei fatturati interessa soprattutto quelle imprese dell’ingrosso che si rivolgono al manifatturiero, come ad esempio quelle che commercializzano le macchine e componentistica per l’industria meccanica. Ma in generale tutte quelle di fornitura di beni durevoli per le attività del manifatturiero con particolare propensione all’export, segnano aumenti di fatturato. Segnali moderatamente positivi giungono anche dalle imprese che riforniscono il settore del minuto alimentare, mentre sono sostanzialmente stabili quelle rivolte all’extra alimentare.
“L’atteggiamento positivo verso il futuro espresso dall’indice di fiducia dei consumatori misurato dall’ISTAT, in costante ed ulteriore aumento, giustifica una certa propensione all’ottimismo anche da parte delle piccole imprese del commercio, soprattutto in vista del periodo pre-natalizio. Dobbiamo sottolineare però il gap tra piccole e grandi imprese del commercio che si fa sempre più evidente, conseguenza di politiche economiche che negli ultimi anni hanno decisamente privilegiato le imprese di maggiori dimensioni. Occorre un riequilibrio di queste politiche con provvedimenti da assumere con la nuova Legge di Stabilità, che, oltre al completamento del processo di esclusione del costo del lavoro dall’IRAP anche per le attività stagionali, si concretizzino anche nella revisione della liberalizzazione degli orari di apertura, in una fiscalità premiale per l’apertura di nuove attività nelle città, nell’introduzione di una cedolare secca anche per gli affitti commerciali al fine di favorire il rientro del commercio nelle aree urbane di pregio, nello sblocco delle risorse per la digitalizzazione delle piccole imprese, in interventi per stimolare l’erogazione del credito”, conclude Confesercenti.