Norme numerose e severe per i pubblici esercizi, ma nessuna per chi svolge attività in casa propria dietro compenso. “Servono precisi dettami normativi: per competere lealmente, garantire sicurezza ai consumatori e versare all’Erario quanto dovuto”
“Il fenomeno “Home restaurant”, che trova diffusione a quanto pare anche sul territorio modenese, dal punto di vista giuridico, è attualmente privo di una propria disciplina. Ciò, comporta seri problemi di ordine concorrenziale, sanitario e fiscale. Pertanto è necessario, a nostro avviso, che il legislatore intervenga, fissando i limiti oltre i quali un fenomeno di costume diventa attività d’impresa ed, in tal caso, prevedendo regole che mettano sul piano di parità operatori professionali e soggetti che vogliono ritagliarsi un ruolo nuovo nel panorama della ristorazione.” E’ quanto affermato da Gianfranco Zinani presidente provinciale di Fiepet–Confesercenti Modena l’associazione che riunisce i titolari di esercizi pubblici e turistici rispetto l’home restaurant, cioè la possibilità di esercitare attività di ristorazione presso abitazioni private, in cambio di un contributo economico. “Per questo – continua Zinani – Fiepet ha chiesto ed ottenuto una audizione presso la X^ Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, audizione che si è tenuta ieri.”
“Nel 2014 – spiega Zinani – l’universo degli Home restaurant in Italia ha generato introiti pari a 7,2 milioni, che sono sicuramente cresciuti nel corso del 2015 visto che ogni giorno fioriscono nuovi “cuochi social”. E’ chiaro che tutto ciò comporta un’indebita concorrenza al settore della ristorazione tradizionale. Il rispetto o meno delle regole cui sono sottoposti gli operatori economici è infatti uno degli elementi che più qualificano il funzionamento dell’economia e ne determinano le capacità di sviluppo. E le regole che caratterizzano le attività della ristorazione sono indubbiamente numerose e severe. Regole non valide però per la cosiddetta attività di un Home restaurant, che: non conosce limiti all’accesso, non deve formalmente rispettare norme in tema di requisiti professionali, di dotazioni strutturali, né la disciplina in materia di alimenti; non è assoggettata ai controlli degli Ispettorati del lavoro, non versa contributi previdenziali per il lavoro autonomo né per i dipendenti, diffonde musica d’ambiente senza versare diritti ad alcun Ente.”
“E’ fin troppo evidente come i mercati e le imprese sottoposte a un eccesso di carico regolatorio, quando un numero non esiguo di operatori riesce a eludere tali regole, finiscano per subire effetti avversi. Le attività di Home Restaurant, se ciò intendono fare, devono farlo garantendo la sicurezza e la salute dei consumatori, competendo lealmente con chi organizza la propria attività secondo precisi dettami normativi, versando all’erario la propria parte di contribuzione, secondo canoni di proporzionalità, come vuole la Costituzione”, conclude il presidente di Fiepet-Confesercenti Modena.