Alle 15 il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan risponderà in proposito alla Camera al question time.
E’ terminato con un accordo, dopo oltre cinque ore di negoziato, l’incontro fra il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e la commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, sulla soluzione che sarà prospettata per liberare i bilanci delle banche italiane dal peso dei crediti deteriorati (non performing loans, o Npl).
“Abbiamo raggiunto l’accordo sul meccanismo di garanzia, uno strumento molto utile che completa la scatola degli attrezzi italiani per gestire i crediti in sofferenza”, ha detto
Padoan ai giornalisti all’uscita della Commissione.
Alla Camera, in occasione del Question Time, a chi chiedeva se l’accordo prevedesse specificamente un costo della garanzia dello Stato come percentuale del valore nominale dei crediti deteriorati, il ministro ha risposto: “E’ un po’ più complicato di così, si prevede un meccanismo di incentivazione per accelerare l’assorbimento da parte del mercato dei crediti in
difficoltà“.
Padoan non ha aggiunto altro, ma secondo fonti del Ministero il meccanismo consisterà in una “garanzia sulle cartolarizzazione delle sofferenze“.
Anche la commissaria Vestager, in una nota ddfiffusa ieri sera, ha “salutato con favore l’intesa raggiunta con il ministro Padoan sui termini pevisti per predisporre un meccanismo di garanzia a sostegno delle banche per gestire i propri crediti deteriorati.
“Le garanzie – puntualizza la commissaria nella nota – saranno fornite a prezzi di mercato, in modo che non costituiscano un aiuto di Stato”. In sostanza, a quanto sembra di capire, il costo della garanzia pubblica aumenterebbe nel corso del tempo, in modo da incentivare la creazione rapida di un mercato dei crediti deteriorati.
Fonti della Direzione generale Concorrenza della Commissione hanno confermato che l’accordo prevede la compravendita dei crediti deteriorati “sia un miglior affare se si conclude in tempi rapidi”. La dinamica della compravendita così incentivata (con la cessione mrapida a “”bad bank“” private, o attraverso meccanismi di mcartolarizzazione) determinerà il prezzo dei crediti in sofferenza (oggi sconosciuto e impossibile da determinare a
tavolino) a quelle condizioni di mercato che per la Commissione erano essenziali per poter dar il proprio via libera all’operazione, e che non dovevano essere falsate da un pezzo troppo basso della garanzia dello Stato.
E’ proprio intorno al costo delle garanzie dello Stato che si è incentrato il negoziato. Il Governo voleva mantenerlo il più basso possibile, per non deprimere ulteriormente il prezzo di mercato dei Npl, mentre Vestager esigeva che fosse abbastanza alto da rispondere a condizioni di mercato (che sia pari, cioè, al costo che chiederebbe un ipotetico investitore privato). In caso contrario, secondo l’Antitrust comunitario, tutta l’operazione si sarebbe configurata come un aiuto di Stato; proprio ciò che il Governo italiano voleva evitare, perché il via libera della Commissione comporterebbe l’obbligo di ristrutturare le banche alle severe condizioni poste dalle attuali norme Ue.
“L’intesa – ha commentato ancora la Vestager nella sua nota di ieri notte – arriva dopo discussioni costruttive con le autorità italiane ed è un passo importante per sostenere le banche nella gestione dei loro crediti in sofferenza. Insieme alle altre riforme intraprese e programmate dalle autorità italiane, dovrebbe migliorare ulteriormente la capacità delle banche di finanziare con i loro prestiti l’economia reale e di stimolare la crescita economica”.
Secondo una nota della Commissione, il meccanismo della garanzia pubblica “assisterà le banche italiane nel processo di cartolarizzazione e cessione dei crediti deteriorati, attualmente iscritti nei loro bilanci, a entità separate e gestite individualmente. Le banche potranno beneficiare di una garanzia dello Stato per la sezione privilegiata degli asset cartolarizzati che sarà detenuta da queste entità. Queste garanzie dello Stato – sottolinea ancora la Commissione – saranno fornite a condizioni e prezzi di mercato e dunque non costituiranno un aiuto di Stato”.
L’Esecutivo comunitario, con l’aiuto di un “monitoring trustee“, secondo una prassi abituale in casi simili, “monitorerà l’attuazione del meccanismo per assicurare che sia privo di aiuti di Stato”, avverte la nota di Bruxelles.
La Commissione, conclude la nota, “resta inoltre impegnata a lavorare in stretto contatto con gli Stati membri su questo tema, per sostenerli nella ricerca di soluzioni per gestire in modo sostenibile i crediti in sofferenza” presenti nei loro sistemi bancari.
Al question time Padoan ha ribadito: “La garanzia pubblica sulle cartolarizzazioni delle sofferenze bancarie, in base all’accordo raggiunto ieri con l’Ue, non avrà alcun impatto su deficit e debito. La presenza della garanzia pubblica faciliterà il finanziamento delle operazioni. Con le riforme le banche saranno più grandi, forti e trasparenti e, di conseguenza, gestiranno con più efficienza i crediti deteriorati. Fin dal 2014 il Governo affronta la questione delle sofferenze bancarie con una prospettiva strutturale, nel solco della strategia delle riforme. L’Esecutivo è già intervenuto per favorire il consolidamento del settore con la riforma delle banche popolari più grandi, con la riforma delle fondazioni bancarie a cui si aggiungerà la prossima riforma delle banche di credito cooperativo. Siamo intervenuti per ridurre i tempi di recupero dei crediti, in Italia storicamente più alti che altrove. L’implementazione del processo civile e telematico e dei tribunali d’impresa sta producendo ottimi risultati. Questi interventi riducono i costi di recupero dei crediti e migliorano il prezzo potenziale dei crediti deteriorati, in caso di cessioni. Un ulteriore fattore, naturalmente, è il ritorno alla crescita. Con l’economia in crescita sarà più facile ridurre le sofferenze”.
“Facciamo di tutto per accelerare il processo“, ha detto Padoan a margine del question time, rispondendo a chi gli ha chiesto se le norme sulla garanzia per la cartolarizzazione delle sofferenze possano arrivare già al Consiglio dei ministri, convocato per domani pomeriggio.