Confesercenti con le altre associazioni di categoria torna a richiedere una riduzione dei costi a carico di esercenti e artigiani.
Alla luce della preoccupante situazione in cui versa la gestione del ciclo dei rifiuti a Genova e provincia, e tenuto conto dell’ormai insostenibile costo delle utenze che gravano sulle attività economiche, Confesercenti insieme alle altre associazioni di categoria torna a richiedere con forza una riduzione dei costi a carico degli esercenti e degli artigiani, ingiustamente penalizzati da un’incidenza delle tariffe a loro applicate che è decisamente superiore all’effettiva produzione di rifiuti urbani o assimilati ed ha costi semplicemente insostenibili.
Un aumento degli importi addirittura vertiginoso con il passaggio dalla vecchia Tia alla Tares e poi alla Tari tra il 2013 e il 2014 che, per alcune tipologie di utenza non domestica, ha raggiunto anche picchi del 100% in più in bolletta.
«Tutto questo rende la situazione semplicemente insostenibile, specie a fronte dei molteplici punti interrogativi che riguardano la situazione di Amiu e il suo destino, la soluzione dei problemi della discarica di Scarpino, la raccolta differenziata, il piano di raccolta rifiuti della Città Metropolitana e altro ancora, commentano in una dichiarazione congiunta i rappresentanti del Tavolo della Pmi. Più volte sono stati fatti incontri con le amministrazioni interessate per affrontare le criticità della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e della raccolta differenziata, ma oggi è per noi indispensabile avere certezze su una rapida soluzione dei problemi che si trascinano da troppo e ipotecano il futuro del tessuto imprenditoriale, genovese e non solo».
«Genova ha la Tari più alta d’Italia, e non è più possibile scaricare il costo del servizio su imprese e cittadini – approfondisce Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti Genova e Liguria. La situazione di Amiu è delicatissima, la Regione sostenga i Comuni virtuosi elevando dall’attuale 1 ad almeno 10 milioni il fondo per la differenziata, e ci si attivi per un bacino unico dei servizi che riduca gli sprechi sfruttando le economie di scala, in modo da alleviare i costi sostenuti dai commercianti».
Cosa chiedono le imprese?
STATO DI EMERGENZA PER SCARPINO. I tempi di inattività della discarica si stanno prolungando ben oltre quanto ci era stato comunicato, comportando costi esorbitanti per il trasporto e lo stoccaggio dei rifiuti fuori regione che incideranno pesantemente non solo sulla Tari del 2016 ma anche su quella del 2017. A questo punto diventa quindi imprescindibile la richiesta, da parte della Regione Liguria, dello stato di dissesto idrogeologico e dell’emergenza ambientale per la discarica di Scarpino. Il riconoscimento di tale stato porterebbe infatti risorse economiche importanti per il ripristino dell’operatività e la messa in sicurezza della struttura, il cui costo non può essere addossato solo sulla schiena di cittadini e imprese genovesi.
RIDUZIONE DELLA TARI PER LE IMPRESE CON SMALTIMENTI SPECIALI. Per chi smaltisce i rifiuti speciali a proprio carico e con gravi esborsi, deve essere previsto direttamente dal Regolamento comunale un abbattimento forfettario della tariffa dal 30% al 50% – come peraltro indicato da una nota del Ministero dell’Economia del 9 dicembre 2014 –, così da renderne equo il trattamento rispetto all’effettiva produzione di rifiuti urbani.
AVVIO DEI NUOVI IMPIANTI. Va posta immediatamente una fine al rimpallo di responsabilità tra le istituzioni competenti, non solo per quanto riguarda l’iter autorizzativo di Scarpino 3, ma anche per gli impianti necessari alla differenziata. Comune, Città Metropolitana e Regione facciano in fretta, perché le imprese non hanno davvero più tempo.
PIÙ SOLDI AI COMUNI. La raccolta differenziata spinta non diventi un ulteriore fardello per le tasche dei genovesi, non implichi cioè un ulteriore e insostenibile aumento delle attuali tariffe; anche la Regione Liguria faccia la propria parte incrementando considerevolmente il fondo per il sostegno dei Comuni che adottano la differenziata, portando lo stanziamento complessivo dal milione attuale previsto per i 251 comuni liguri ad almeno 10 milioni di euro.
BACINO UNICO DI SERVIZIO. «Facendo tesoro delle indicazioni contenute nell’indagine dell’Antitrust pubblicata lo scorso 10 febbraio, sottolineiamo l’importanza di costruire un bacino di servizio che generi economie di scala a favore di imprese e cittadini, evitando la parcellizzazione dei gestori, degli impianti e la conseguente, inutile lievitazione dei costi».
COINVOLGIMENTO E TRASPARENZA. Chiediamo un coinvolgimento fattivo rispetto al futuro di Amiu e alle scelte strategiche che riguardano l’azienda, per evitare di essere ancora una volta messe di fronte ai problemi ex post. Anche alla luce degli ultimi episodi di cronaca giudiziaria, inoltre, la trasparenza della gestione del servizio dei rifiuti deve diventare una priorità assoluta.