Il premier: “A Berlino, Parigi e Bruxelles consapevolezza che ci accomuna”
Torno a Roma ottimista, più di quando sono partito. Ho visto come a Berlino, Parigi e Bruxelles ci sia una consapevolezza che ci accomuna”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Enrico Letta, questa mattina a Bruxelles, al termine del suo incontro con il rpesidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, facendo un bilancio del suo viaggio lampo nelle tre capitali europee immediatamente dopo il voto di fiducia al nuovo governo.
“I cittadini devono vedere che l’Europa comprende la fatica sociale che vivono e che è portatrice di risposte positive. La politica (in questo caso quella europea, ndr) deve avere la serietà di dire poche cose e però quelle cose poi deve farle”, ha detto ancora Letta, che ha sottolineato in particolare la necessità di prendere misure concrete contro “l’incubo della disoccupazione giovanile”, e di mettere in atto l’unione bancaria, già decisa, ma che è ancora frenata dalle reticenze di alcuni paesi (in primo luogo la Germania).
Letta ha ricordato che “ieri era la festa del lavoro ma purtroppo c’è poco da festeggiare: la disoccupazione è la caratteristica delle nostre società. Ma torno a Roma – ha aggiunto – con una serie di idee e la convinzione che il Consiglio europeo di giugno dovrà dare dei messaggi concreti, e il più importante di questi – ha concluso – dovrà essere la lotta alla disoccupazione giovanile”.
Da parte sua, con Letta, Barroso condivide “la visione che l’Unione europea e i suoi Stati debbano attuare urgentemente le indispensabili misure per la crescita e l’occupazione sulla base di finanze pubbliche sane”. Infatti, “ogni euro speso in debito e’ un euro mancato per gli investimenti nell’occupazione, nei giovani, nelle imprese o nella ricerca”. Per questo l’Italia “non puo’ e non si fermera’ ora” perche’ “continuare ad attuare riforma ad ampio raggio riducendo il deficit e il debito e’ un compito inevitabile”.