Con una nota congiunta i Presidenti di Faib, Fegica e Figisc hanno sollecitato l’On. le Teresa Bellanova, Vice Ministro dello Sviluppo Economico ad aprire il Tavolo della vertenza collettiva verso Tamoil, ai sensi dell’ art. 1, comma 6, D.Lvo 11 febbraio 1998, n. 32.
La nota è stata inviata anche all’Ing. Gilberto Dialuce, Direttore Generale Direzione Energia, del Ministero dello Sviluppo Economico e all’Ing. Claudio Spinaci, Presidente dell’Unione Petrolifera.
Nella missiva le Federazioni evidenziano che inutilmente “hanno ripetutamente invitato la Compagnia petrolifera Tamoil ad aprire la fase negoziale per il rinnovo dell’Accordo economico normativo, così come previsto dalla vigente normativa speciale di settore, delineata dal D.Lgs 32/98, e dalle Leggi 57/2001 e 27/2012.”
Faib, Fegica e Figisc hanno anche segnalato che, a seguito di una precedente richiesta, “il Ministero ha invitato la Compagnia a riaprire il confronto, ma senza successo.”
I Presidenti Landi, Di Vincenzo e Micheli mettono in chiaro che “Ad oggi l’ultimo incontro con la Compagnia risale al settembre 2012, mentre l’ultimo accordo sindacale degno di questo nome fu siglato nel lontano 2006, a differenza di tutte le altre Compagnie petrolifere presenti sul mercato italiano” mentre negli ultimi 4 anni “la Compagnia petrolifera ha fatto cadere nel vuoto tutte le richieste di confronto e di apertura di una nuova necessaria fase negoziale, rifiutando persino incontri di cortesia.”
Faib, Fegica e Figisc denunciano che “La posizione di Tamoil è grave perché manifesta apertamente la volontà di sottrarsi al confronto sindacale e alle precise prescrizioni normative in materia” chiarendo che “L’Azienda ha opposto il proprio ostinato rifiuto a trattare persino di fronte alla diffida stragiudiziale che le Federazioni dei gestori hanno formulato il 29 luglio 2014. Lo stesso atteggiamento la Compagnia ha confermato di recente, ribadendo la sua volontà di operare fuori dal quadro normativo, di procedere con la contrattazione one to one, di saccheggiare il margine dei gestori – in questo caso fermo al 2006 – e di praticare, in condizioni di abuso la posizione economicamente dipendente delle gestioni medesime, oltre a ricorrere a condizioni non eque e discriminatorie”.
Per le tre Associazioni dei gestori “Si tratta di un atteggiamento di palese violazione del quadro normativo delle tutele dei diritti dei gestori Tamoil….” portato avanti “con disinvoltura ed arroganza … nella piena consapevolezza della mancanza di una “sanzione” pecuniaria in caso di inadempimento: in buona sostanza, la Compagnia si rende inadempiente, arrivando finanche a ignorare gli inviti di codesto Ministero, quasi ad eguagliare metaforicamente la posizione di chi vive costantemente al di sopra delle Leggi nazionali, coltivando la impunità come migliore strategia, attuando non già una concorrenza “on the merits” ma una cieca violenza distruttiva. E quand’anche la Magistratura dovesse imporre a Tamoil comportamenti diversi, ciò giungerebbe troppo tardi per quelle gestioni costrette al fallimento in questi anni nei quali le scriventi hanno tentato inutilmente di riportare a ragionevolezza e eticità i comportamenti aziendali.”
I Presidenti di Faib, Fegica e Figisc “Per tutte queste ragioni, che contengono evidenti caratteristiche di urgenza” hanno richiesto “nuovamente al Ministero delle Sviluppo Economico l’apertura della vertenza collettiva prevista dall’art. 1, comma 6 del D.Lgs 32, del’11 febbraio 1998”, superando, dunque, la fase dell’invito a negoziare, già lasciato cadere dalla petrolifera.
Ciò che ci sembra di poter sottolineare ed evidenziare è che il Ministero non può consentire la violazione delle norme di legge che governano il settore, e per questo le Associazioni dei gestori si aspettano a breve l’apertura del Tavolo della vertenza.
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