Le delegazioni delle Associazioni di categoria dei proprietari indipendenti e dei gestori degli impianti di rifornimento carburanti più rappresentative a livello nazionale, Assopetroli-Assoenergia, Grandi Reti, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio, in applicazione del Decreto Cresci Italia del 2012, hanno presentato il nuovo modello di “Contratto di Commissione” in materia di rivendita dei carburanti, che verrà depositato presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Le Associazioni, che si sono riunite a Roma presso l’Hotel Bernini Bristol, per voce unanime dei Presidenti delle stesse che sono intervenuti, hanno preliminarmente condiviso il profondo stato di preoccupazione e disagio dato dall’analisi delle criticità che attraversano il settore della distribuzione carburanti. “La crisi complessiva che l’Italia e l’Europa stanno attraversando da ormai cinque anni – evidenziano le Associazioni con un Protocollo d’Intesa che accompagna il nuovo modello contrattuale – ha determinato una drastica contrazione dei consumi. Questa caduta è stata aggravata da progressivi inasprimenti fiscali, controproducenti – per la dimensione assunta – per le stesse entrate erariali, oltreché per i consumatori e gli operatori. La perdita di capacità di visione strategica da parte dell’industria petrolifera nel suo complesso ha fatto inoltre venir meno un interlocutore essenziale per gestire la crisi ed individuare un percorso di razionalizzazione e riqualificazione della rete distributiva.” Sono questi elementi decisivi per spiegare lo stato di degrado del settore. In un tale allarmante contesto le Associazioni hanno evidenziato la loro comune volontà di assumere l’iniziativa per concorrere ad assicurare al settore, agli operatori ed all’interesse collettivo le condizioni di una nuova prospettiva di crescita e di sviluppo, all’interno di un quadro di regole certe, capaci di garantire, nello stesso tempo, la più efficace competizione e l’esclusione di comportamenti discriminatori. E’ in questa ottica e con queste finalità che le Parti hanno concluso oggi l’Accordo, previsto dalla Legge 27/2012 (Decreto “Cresci Italia”) che ha integrato il quadro normativo di riferimento (D.lgs. 32/1998, l. 57/2001), per cominciare ad introdurre una prima nuova tipologia contrattuale – il Contratto di Commissione – in alternativa all’attuale contratto di fornitura, unico fino ad oggi utilizzabile per sostanziare il contratto di affidamento in uso gratuito (comodato) che regola i rapporti tra proprietari e gestori per la conduzione degli impianti. Tale tipologia contrattuale, così come puntualmente tipizzato con l’Accordo delle Parti, ai sensi di Legge, verrà depositato presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Nelle intenzioni, la definizione di questa nuova tipologia contrattuale deve, nel particolare, offrire una prima risposta all’esigenza, evidenziata anche dal Legislatore, di rendere maggiormente flessibile lo strumento contrattuale tra proprietari e gestori e, più in generale, contribuire a fare uscire il “sistema” dall’inerzia, tracciando un primo sentiero di tangibile iniziativa, sul quale invitare a prendere posizione anche l’industria petrolifera e le responsabilità politiche e istituzionali. Nello specifico, poi, le caratteristiche del Contratto di Commissione previste dal Codice saranno utilizzabili per alleggerire il carico finanziario e l’esposizione delle imprese di gestione. Per altro verso, una tale scelta offre la tangibile dimostrazione della determinazione del composito universo degli operatori indipendenti di proseguire nel tradizionale rapporto di collaborazione con i gestori considerati elemento essenziale per la conduzione degli impianti di cui sono titolari. Impianti che rappresentano, ormai, ben oltre la metà di quelli attualmente attivi. E’ proprio per questo che le Associazioni, nel quadro di una rinnovata e significativa volontà di collaborazione, si sono impegnate oggi ad avviare, senza soluzione di continuità, il comune confronto sulle possibili iniziative volte alla ristrutturazione ed ammodernamento della rete distributiva italiana, con l’obiettivo di ridimensionare e stabilizzare il numero di impianti, adeguandoli, anche in termini qualitativi, alla mutate condizioni di scenario, e a recuperare il giusto grado di efficienza e redditività. Non è, certamente, un processo che può essere calato dall’alto, ma che deve fondarsi, in una logica di mercato, sull’assunzione di responsabilità e sulla capacità imprenditoriale degli operatori, Compagnie petrolifere, retisti, gestori. Le Associazioni, infine, in coerenza all’analisi del settore si impegnano ad estendere l’esame congiunto, nel rispetto della specificità degli interessi delle Aziende che rappresentano, anche alle eventuali misure legislative da sottoporre all’esame di Governo e Parlamento per accompagnare e sostenere tanto il processo di ristrutturazione della rete distributiva, soprattutto attraverso una decisa semplificazione delle procedure di bonifica ed un alleggerimento dei relativi costi, che gli elementi strutturali di riforma del settore.
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