Il ministro è intervenuto al convegno “Lavoro, pensioni, giovani: quale futuro per il Paese?”
Quale è il reale stato del lavoro nel nostro Paese? Le pensioni sono al sicuro? E, soprattutto, quale futuro si prospetta per i nostri figli? A queste e molte altre domande ha risposto il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che a Reggio Emilia ha partecipato al convegno “Lavoro, pensioni, giovani: quale futuro per il Paese?”, organizzato da Confesercenti in occasione della propria assemblea annuale.
Qui di seguito riportiamo l’articolo pubblicato su la Gazzetta di Reggio
«Certe volte mi accusano di pensare più alle aziende che al lavoro. A me hanno insegnato che il lavoro lo danno le aziende e per questo mi soffermo su di loro». Uno degli applausi incassati dal ministro del lavoro Giuliano Poletti, ospite di Confesercenti all’ hotel Classic di via Pasteur lunedì sera, è arrivato dopo quest’ affermazione. Il ministro è stato invitato dall’ associazione di categoria a parlare sul tema “Lavoro, pensioni e giovani: quale futuro per il paese” insieme al presidente della Provincia, Giammaria Manghi, l’ assessore Natalia Maramotti, Mauro Bussoni e Dario Domenichini, rispettivamente segretario nazionale e presidente provinciale di Confesercenti. Diversi gli spunti di riflessione emersi. Il ministro ha rispedito al mittente le critiche su operazioni fortemente discusse quali i famosi 80 euro. «Ci hanno chiesto perché invece di dare gli 80 euro non abbiamo investito sulle infrastrutture – ha detto Poletti -. Ebbene, nel breve termine la nostra politica aveva già iniziato a restituire risultati nell’ immediato, dato che il Pil è cresciuto dello 0,5% nel 2014. Noi siamo stati accusati di fare “manovre popolari”. Sfido chiunque a dire che sia popolare una manovra che prevede la lotta alla povertà. Di certo non attira voti, ma noi lo abbiamo fatto per aiutare i più deboli. Così come gli Ape, l’ anticipo pensionistico su cui il governo sta lavorando per consentire dal 2017, a chi ha compiuto 63 anni, di andare in pensione anticipatamente, sono una scelta di libertà. E, a proposito di pensioni, la nota polemica che ha fatto registrare l’ arrivo di Poletti, è stata sollevata dagli esodati, quella categoria di lavoratori che avevano stabilito di andare in pensione in anticipo, ma che, dopo l’ innalzamento dell’ età pensionabile introdotta dal governo Monti nel 2011 si sono trovati senza stipendio, senza pensione e senza ammortizzatori sociali. Una delegazione di esodati guidata dal presidente Pietro Braglia ha incontrato Poletti prima dell’ incontro per evidenziare che le riforme dell’ attuale governo non hanno risolto il problema. «Nonostante le promesse rimangono fuori dalla normativa casi clamorosi – sottolinea Braglia -. Siamo soddisfatti dell’ ottava salvaguardia che dev’ essere approvata in Parlamento. Serve un provvedimento che copra tutte le fasce di esodati: chi è stato assunto a tempo indeterminato dopo il 2011 ha bisogno di una copertura definitiva».