Faib, Fegica e Figisc/Anisa hanno incontrato nei giorni scorsi il Direttore Generale del MiSE, Ing. Gilberto Dialuce, per affrontare le principali questioni dell’agenda di settore.
Le delegazioni sindacali hanno portato al Tavolo le questioni della vertenza autostrada tuttora aperta e quelle della rete ordinaria.
Nell’introduzione il Presidente Faib Martino Landi ha evidenziato il progressivo deterioramento del quadro industriale e distributivo del settore, con il forte peggioramento dei principali indicatori economici da una parte e dell’indebolimento del quadro normativo speciale di settore dall’altra.
Sugli aspetti normativi Landi ha denunciato che il quadro legislativo speciale di settore viene quotidianamente aggredito sulla rete, sia da alcune major, con comportamenti scorretti e finalizzati ad acquisire condizioni di vantaggio competitivo, sia dai nuovi marchi e dagli operatori indipendenti che si sottraggono, come se operassero all’interno di un’area franca, alla normativa di settore, di cui arbitrariamente decidono cosa applicare (quando conviene) e cosa non applicare (vada sè, quando non conviene): avendo infine creato, nell’indifferenza delle Istituzioni, una legislazione davvero speciale, a la carte; una situazione nella quale non v’è certezza del diritto né tanto meno rispetto per i diritti dei cittadini.
Faib, Fegica e Figisc/Anisa hanno denunciato questo sistema evidenziando la chiara assenza istituzionale di chi quelle regole dovrebbe far rispettare. Un Governo disattento, e distratto, per usare eufemismi se non complice, consente il crescere di pratiche illegali a 360 gradi, da quelle tipiche dello sfruttamento dei lavoratori e del lavoro, spacciato per autonomo, ma del tutto assimilabile alle pratiche del caporalato, a quello che trova una sintesi perfetta nella giungla impenetrabile dei prezzi.
Nello specifico Faib, Fegica e Figisc hanno nuovamente sollecitato il MiSE ad aprire il Tavolo della vertenza collettiva nei confronti della Tamoil, come previsto dalla 32/98 perché gli si chiarisca che opera in un civile Stato di diritto, dove la Legge è uguale per tutti. Il MiSE ha confermato, dal suo punto di vista, l’impegno a ripristinare le normali regole da tutti osservate nella distribuzione carburanti, assicurando nuovi interventi verso la Compagnia libica.
Allo stesso modo è stato evidenziato che se una parte consistente della rete è ormai in mano ai retisti privati, non si può consentire a questa metà del mercato di evadere la Normativa Speciale di settore determinata dalla 32/98 e dalla 57/2001 e 27/2012, ricorrendo a pratiche one to one. Se si è fuori dalla Normativa Speciale, l’unica consentita in materia di gestione degli impianti, deve essere chiaro che si sta violando la legislazione del lavoro, con evidente elusione della Normativa Previdenziale ed Assistenziale, omissione dei versamenti contributivi, sfruttamento della manodopera in aggiramento dei CCNL di riferimento. Rispetto alle questioni poste il MiSE si è detto disponibile a valutare le posizioni e ad aprire gli appositi Tavoli, laddove puntualmente sollecitato, per l’attivazione delle procedure di mediazione delle vertenze collettive previsto dall’art. 1 comma 6 del D. Lgs 32/98.
Sulle nuove forme contrattuali Faib, Fegica e Fogisc/Anisa hanno illustrato il lavoro svolto e denunciato le fughe in avanti di alcune petrolifere. Il confronto in atto con UP – è stato detto – è positivo e a buon punto, ma necessita di ulteriori approfondimenti; gli atteggiamenti di qualcuno degli associati ad UP, tuttavia, sono illegittimi e concorrono a frenare il confronto, andando a realizzare un vantaggio competitivo verso le aree di servizio in autostrada.
Sulla questione della ristrutturazione della rete, è stata riconosciuta l’assoluta inadeguatezza del processo legislativo, ancora fermo al Senato, sottolineando come al momento non vi siano alternative all’attuale iter che ha già avuto un primo via libera dalla Camera e dalle apposite Commissioni Parlamentari del Senato.
Sulla questione Autostrada, i Presidenti di Faib Autostrade, Anisa e Fegica hanno posto l’attenzione sui nodi tuttora irrisolti degli indennizzi dei gestori in uscita, della continuità gestionale e della gestione dei convenience store. Su questi punti affidatari da una parte e concessionari dall’altra giocano a scarica barile cercando di evitare di assumersi gli oneri derivanti dalla corretta gestione del Decreto Interministeriale di agosto 2015. Su questi aspetti, come sugli altri, la rappresentanza dei gestori è pronta ad ogni iniziativa a tutela delle gestioni e della continuità gestionale, dalle azioni politiche e sindacali, nessuna esclusa, a quelle giudiziarie, fino ad azioni di resistenza attiva a qualsiasi forma di sopruso.
Le Organizzazioni dei gestori autostradali hanno invitato il MiSE, di concerto con il MIT, a richiamare affidatari e concessionari alle prescrizioni contenute nel Decreto Interministeriale del 7 agosto 2015, evidenziando come violando le facoltà attribuite dall’art. 17 della Legge 27/2012, gli affidatari prefigurano azioni che realizzano l’abuso di dipendenza economica a danno dei gestori da una parte e, dall’altra, la violazione – peraltro non nuova – ai sensi e per gli effetti della Legge 1034/70, di garanzia del pubblico servizio, con il combinato disposto alle prescrizioni obbligatorie in materia di regolazione dei rapporti economico contrattuali che legano i titolari dell’impianto/fornitori ai gestori, come da Legge 5 marzo 2001, n. 57.
Rispetto alle diverse questioni attinenti rete ordinaria e rete autostradale le parti si sono date impegni reciproci da verificare nel più breve tempo essendo improcrastinabile un intervento chiarificatore ad opera del Governo al più alto livello sulla materia.
Le Organizzazioni, dopo aver ricordato che l’esecutivo ad oltre un mese dalla nota delle tre Federazioni sulla necessità di un incontro ancora non risponde, hanno manifestato l’assoluta insostenibilità della situazione sulla rete di distribuzione carburanti, rimarcando che se tale atteggiamento dovesse perdurare sarà invitabile mettere a punto azioni di protesta con gli inevitabili disagi per cittadini e consumatori.
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