Deflorian: “Se i canoni sono eccessivi, i conti non tornano. E grandi catene commerciali pronte al subentro”
Gli affitti troppo cari sono la causa, principale anche se non è la sola, che porta alla chiusura di una serie di negozi in centro città. L’ ultimo, in ordine di tempo, che ha deciso di abbassare per sempre le saracinesche è 10 Dance all’ inizio della galleria Ariston dalla parte di via delle Corse. Il negozio vende abbigliamento e sta concludendo le svendite. La chiusura è prevista alla fine del mese. Poi arriverà un punto vendita di articoli sportivi che fa parte di una catena germanica. Il proprietario sostiene che “gli affari anche l’ anno scorso sono andati bene. Il volume degli stessi è addirittura cresciuto del 30%. Chiudiamo perché lo spazio per il tipo di merce che abbiamo è troppo esiguo mentre il canone di affitto è troppo alto. Abbiamo di conseguenza deciso di potenziare il negozio che abbiamo a Trento, dove i canoni di locazione richiesti sono più convenienti che a Merano”. Un tema, quello dei canoni di affitto richiesti per i negozi, che è particolarmente sentito. E la situazione rischia di aggravarsi perché non si intravedono soluzioni immediate. La conferma viene da Paolo Deflorian, fiduciario comunale della Confesercenti. «Quello dell’ affitto è indubbiamente un grosso problema peggiorato dalla crisi in atto. Guadagniamo lo stretto indispensabile per sopravvivere e se il canone che ci viene richiesto è eccessivo i conti spesso non quadrano. Il fatto è che se un negoziante è costretto a chiudere, spesso il proprietario delle mura, piuttosto che abbassare il canone, tiene chiuso il negozio. Oppure lo cede in affitto alle grandi catene, le uniche che non hanno problemi a pagare anche cifre esagerate», così Deflorian. I canoni differenziano dalla posizione del negozio? “È evidente che l’ esercizio più è in zona centrale più costa, mentre in periferia l’ affitto richiesto è tendenzialmente più basso. Ma non sono in grado di quantificare l’ ammontare medio del canone. Come Confesercenti abbiamo commissionato uno studio a livello nazionale da cui è emerso che gli aumenti del canone sono stati in media del 30-35 per cento. Nella nostra provincia sostanzialmente siamo agli stessi livelli. È il caso di intervenire in qualche modo come per esempio coinvolgendo il Comune». A proposito di Comune, quale è la situazione nei negozi di sua proprietà? «Devo dire che l’ azione di verifica effettuata alcuni anni fa – continua Deflorian – ha portato ad un adeguamento dei canoni che erano molto bassi. Adesso sono stati alzati ma non in maniera esagerata. Sono abbordabili. Il problema sono i contratti che i negozianti stipulano con i privati che impongono cifre assolutamente impossibili per un commerciante singolo. Se costui è costretto a rinunciare, è pronta la grande catena a subentrare. Non è un caso evidentemente se nella nostra città continuano ad aprire queste catene che non hanno una differenziazione merceologica. Così Merano finirà per perdere la sua fisionomia commerciale. Bisogna darsi da fare, tutti assieme, per scongiurare quello che è un diventato, da tempo, un grave rischio».
Tratto da Alto Adige