Conti a rischio sia per il 2016 che per il 2017
“Se il Governo non attuerà in modo credibile le misure per la correzione dei conti pubblici di almeno lo 0,2% del Pil, entro il mese di aprile, la Commissione considererà non rispettata la regola del debito, ma la decisione di aprire una procedura per disavanzi eccessivi sarà presa in base alle previsioni di primavera 2017 che di solito vengono pubblicate a maggio”.
E’ scritto in una nota della Commissione sull’adozione del ‘Rapporto sul debito‘. Il rapporto della Commissione esamina la “conformità del Paese col criterio del debito stabilito dal patto di stabilità e crescita” e con “i tempi previsti per il percorso di riduzione del debito”. La relazione conclude che “a meno che le misure strutturali aggiuntive pari almeno allo 0,2% del Pil che il Governo si è impegnato ad adottare, al più tardi nell’aprile 2017, siano attuate in modo credibile entro quella data per ridurre il divario e garantire la conformità al braccio preventivo nel 2017 (e quindi nel 2016), il criterio del debito stabilito dal trattato e dal regolamento n. 1467/1997 dovrebbe essere considerato non soddisfatto”.
“Tuttavia – è scritto ancora nella nota – la decisione di raccomandare l’avvio di una procedura per i disavanzi eccessivi sarà presa solo in base alle previsioni di primavera 2017 della Commissione, tenendo conto dei dati sui risultati di bilancio per il 2016 e dell’attuazione degli impegni di bilancio assunti dalle autorità italiane nel febbraio 2017”.
“La Commissione Ue ha preso nota positiva delle lettere inviate dal Governo italiano l’1 ed il 7 febbraio che contengono una serie di impegni da adottare allo scopo di raggiungere uno sforzo strutturale aggiuntivo di almeno lo 0,2% del Pil nel 2017”, si legge ancora nel Rapporto in cui si osserva che al momento l’Italia “è a rischio di non conformità con gli aggiustamenti richiesti dal braccio preventivo delle regole europee sulla sorveglianza dei bilanci sia per il 2016 che per il 2017″.
Il Rapporto della Commissione osserva che “la prima lettera inviata da Padoan non forniva i sufficienti dettagli sulle misure effettive che il Governo intende adottare da permettere la loro incorporazione nelle previsioni economiche 2017 della Commissione e che quindi saranno tenuti in conto non appena gli impegni presi nelle summenzionate lettere saranno messi in atto”.
“Il rapporto debito/Pil si è finalmente stabilizzato ma è interesse nazionale ridurlo con un aggiustamento contenuto del percorso di consolidamento”. Così su Twitter il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan dopo la diffusione del Rapporto . “Nella sua analisi annuale la Commissione Ue apprezza l’ampiezza delle riforme avviate e realizzate dai governi italiani in questi anni”, dice ancora e sottolinea che “gli effetti delle riforme si vedono: la crescita è tornata, l’occupazione aumenta, il credito funziona meglio. Ma dobbiamo fare di più”.
“Nella relazione sul debito pubblico, la Commissione europea riconosce la presenza di fattori che giustificano l’andamento attuale del rapporto debito/Pil, che si è stabilizzato ma non ha ancora invertito la tendenza degli ultimi anni. La Commissione ritiene infatti che alcune spese siano da attribuire a cause di forza maggiore, in particolare il terremoto e il flusso di migranti”.
Lo segnala il Ministero dell’Economia e delle Finanze in un commento ai documenti pubblicati oggi dalla Commissione. “Di conseguenza – sottolinea il Tesoro – Bruxelles segnala che per rispettare la regola del debito è sufficiente un aggiustamento del saldo strutturale pari allo 0,2% del prodotto interno lordo. Senza le cause di forza maggiore segnalate dal Governo alla Commissione, il rapporto debito/Pil avrebbe già assunto una traiettoria declinante. E se la Commissione non avesse riconosciuto la legittimità delle ragioni italiane – puntualizza ancora il MEF – l’esigenza di correzione dei conti sarebbe stata almeno tripla”.