in seguito a quanto accaduto ieri nel corso della Manifestazione contro la Bolkestein, ho ritenuto utile e doveroso condividere alcune mie riflessioni con Lei e con gli altri Suoi colleghi Direttori.
Ieri, in piazza, non abbiamo assistito alla rivolta delle imprese ambulanti contro la globalizzazione, ma al trionfo della post-verità. Il clima d’odio che si è acceso intorno alla questione della Direttiva Bolkestein e delle concessioni per il commercio su aree pubbliche, infatti, è alimentato da teorie complottistiche e da bufale vere e proprie che terrorizzano gli operatori ed esasperano gli animi. Un’esasperazione prontamente cavalcata anche da alcuni rappresentanti di forze politiche e da sedicenti gruppi autorganizzati di rappresentanza, in cerca di riscontri elettorali e mediatici.
E’ accaduto anche ieri: un gruppetto sparuto di ambulanti, rappresentanti di Associazioni inesistenti, approfittando della concomitanza della protesta dei tassisti, ha fatto credere che migliaia di operatori stessero protestando perché la Bolkestein porterà loro via il lavoro. Ma se l’intervento contenuto nel Milleproroghe ci portasse davvero via il posto, saremmo stati i primi a protestare. Senza bombe carta e tirapugni, ovviamente.
Il recepimento della Direttiva è regolato da un’Intesa del 2012 che valorizza l’esperienza degli operatori che già operano sul posteggio. Che quindi, partecipando al Bando, vedranno riassegnarsi la concessione. Bufala è anche la prospettata incetta di concessioni da parte di grande distribuzione e società di capitali, così come che la Bolkestein si applichi ai soli ambulanti italiani: si applica in tutti i Paesi europei che – come l’Italia, ma anche la Spagna – prevedono un regime di licenze e quindi di concessioni pubbliche per l’esercizio dell’attività. Falso pure che possa essere evitata: a più riprese e da esecutivi differenti, abbiamo ricevuto sempre la stessa risposta: l’esclusione non è possibile, la Normativa europea non lo consente. Un giudizio finale espresso dalle stesse Autorità europee e recentemente riconfermato dal Governo Renzi.
Noi rispettiamo chi manifesta e cerchiamo di comprenderne le ragioni, ma non possiamo accettare che si dicano cose non vere e che la Categoria si lasci strumentalizzare da chi fa della lotta contro la Bolkestein una speculazione politica.
Certo, sarebbe ingeneroso dare tutte le responsabilità ai venditori di bugie. La politica, purtroppo, ci ha messo del suo. Ieri abbiamo respirato un’assenza da brivido, e ne ricaviamo la netta impressione di un Paese che appare ogni giorno meno governato e governabile. Dico questo in qualità di cittadino che segue – per interesse e per dovere civico – commenti, trasmissioni e approfondimenti sui fatti di cronaca. L’ho fatto anche ieri, cercando di non farmi sfuggire alcun media: giornali radio e tv, agenzie, web, social. Ed ho visto una grande confusione: ambulanti, tassisti, balneari, Direttiva Bolkestein, Uber, NCC, Sindaci che scendono in piazza, Parlamentari di tutti gli schieramenti che danno il proprio appoggio ai manifestanti, salvo poi ritirarlo o iniziare la tarantella dei distinguo quando scoppiano le bombe carta. L’impressione che se ne ricava è che, in Italia, abbia ragione chi grida di più, chi minaccia, chi adopera la violenza. Un populismo che ha subito una netta accelerazione con la dismissione della concertazione come metodo di confronto democratico: un punto su cui bisognerebbe aprire un’ampia discussione.
Spero che queste mie riflessioni possano essere uno spunto per confronto serio, attraverso i canali informativi ufficiali, sulla complessa questione della Bolkestein. Un confronto che sgombri, una volta per tutte, il campo dalle mistificazioni e dalle bugie che avvelenano il clima: l’applicazione della Direttiva servizi non deve e non può diventare un problema sociale.
Cordiali saluti,
Il Presidente Nazionale Anva
Maurizio Innocenti
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