Cambiano le abitudini alimentari a tavola meno pesce e vino.
La crisi economica si riversa sulle tavole degli abruzzesi, rivoluzionando le abitudini dei consumatori. I dati forniti da Confesercenti Abruzzo, relativi alle vendite dei principali generi alimentari, parlano chiaro: il segno meno è ormai una costante, mala battuta d’ arresto più eclatante riguarda il consumo di pane, che nella regione, nei primi nove mesi del 2013, evidenzia un crollo del50% rispetto allo stesso periodo del 2008 e del 25% in confronto allo stesso arco temporale del 2012. Annaspano le vendite di olio d’ oliva (-9,8% rispetto al 2012 e -13,4% in confronto al 2008) e prodotti ittici (-4,1% rispetto al 2012 e -11,8% in confronto al 2008), vanno male anche i consumi di pasta (-2,2% rispetto all’ anno scorso e -0,8% rispetto a cinque anni addietro), carne (-3% rispetto all’ anno scorso e -6,1% rispetto a cinque anni fa) e latticini (-0,7%rispetto al 2012 e -1,7% rispetto al 2008). Se a tali tendenze si sommano i cali delle vendite di frutta( -1,1% rispetto al 2012 e -1,7% rispetto al 2008) e verdura (-0,8% rispetto al 2012 e -1,8%rispetto al 2008), non è possibile fare a meno di osservare come gli alimenti che contradistinguono la dieta mediterranea rischino di sparire dalle tavole degli abruzzesi. A peggiorare ulteriormente il quadro, il segno meno relativo alla vendita delle bevande alcoliche, tra le quali figura anche il vino, uno dei prodotti regionali in maggiore ascesa sul piano qualitativo: -1,1% rispetto allo scorso anno e -7,8% in confronto a cinque anni addietro.In sostanza crescono le eccellenze enologiche del territorio e aumentano anche i quantitativi, ma il lievitare della produzione è sostenuto quasi esclusivamente dall’ export. L’ unico dato in controtendenza, nel paniere alimentare degli abruzzesi, riguarda iprodotti certificati e biologici, che segnano un aumento dell’ 8,9% rispetto al 2012 e addirittura del 47% rispetto al 2008. E’ lo specchio di una platea di consumatori sempre più consapevole, alla ricerca di prodotti di elevata qualità e possibilmente a chilometro zero. Un fenomeno incoraggiante, ma allo stesso tempo, ragionando sui grandi numeri, ancora troppo circoscritto. «La via da seguire, però, è questa- rimarca il direttore regionale di Confersercenti, Enzo Giammarino -. Non assistiamo soltanto ad una pesante contrazione dei consumi, ma anche ad una riorganizzazione della dieta alimentare, ad una maggiore attenzione alla provenienza deiprodotti e ad una selezione precisa di ciò che si mette in tavola». Muovendo da tali assunti, l’ associazione di categoria abruzzese lancia una proposta per tutelare e rilanciare i consumi del prodotto alimentare maggiormente investito dalla crisi. «Il pane è un alimento fondamentale, ma anche a causa dell’ invasione di prodotti precotti, congelati e surgelati, sta scadendo sul piano qualitativo – osserva Vinceslao Ruccolo, responsabile dei panificatori di Fiesa-Confesercenti -. Crediamo che la soluzione sia quella di specificare la tracciabilità del prodotto, fornendo garanzie sulla provenienza e sulle modalità con cui viene realizzato».