Innocenti (Anva): “oltre 96mila registrati alle CCIAA ma sconosciuti al fisco, fenomeno da indagare”
“Il dinamismo imprenditoriale è sempre un fatto positivo; il boom di imprese a conduzione straniera nel commercio ambulante, però, è davvero impressionante e solleva qualche dubbio. Il nostro sospetto è che dietro il formidabile aumento delle imprese registrate si celino fenomeni di irregolarità ed abusivismo. Fenomeni che andrebbero indagati a fondo dalle Autorità”.
Così Maurizio Innocenti, Presidente di Anva – Associazione Nazionale Venditori Ambulanti Confesercenti – commenta la ricerca di Unioncamere sulle imprese straniere nel commercio al dettaglio su area pubblica, cresciute del 30% dal 2012 al 2016.
“L’andamento economico del settore, negli ultimi anni, non ci sembra tale da giustificare il boom, che fra l’altro riguarda i soli stranieri ed ha avuto il suo picco proprio nella fase più acuta della crisi dei consumi. Incrociando le banche dati istituzionali di Camere di Commercio, Inps e Agenzia delle Entrate, emerge che oltre 96mila operatori ambulanti, di cui oltre 70mila di nazionalità extra-comunitaria, hanno iscritto la propria impresa nei registri camerali per poi svanire nell’ombra, senza versare un euro di tasse o contributi. Un comportamento che ci spinge a pensare che ci sia qualcosa sotto”.
“Difficile dire questi irregolari, dopo essere comparsi come impresa, che fine facciano”, conclude Innocenti. “Il sospetto è che i cittadini che vengono da Paesi non UE, molto spesso, siano intrappolati e sfruttati da reti e organizzazioni malavitose nostrane che ne gestiscono l’entrata in Italia: dal permesso di soggiorno – spesso per lavoro autonomo, ottenuto proprio fingendo un lavoro come operatore ambulante – all’avvio di attività commerciali nella piena illegalità”.
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