Emilia Romagna, lavoro al femminile: in regione sempre meno donne nel commercio al dettaglio

Complessivamente si registra un lieve aumento delle imprese, soprattutto società di capitale

Le imprese al femminile In Emilia-Romagna nel complesso resistono e registrano addirittura un lieve incremento. Anzi, la crisi passata sembra averle toccato meno rispetto a quelle maschili (2.833 in meno, con uno -0,9 per cento).

E’ quanto emerge dai dati del Registro delle imprese delle Camere di Commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.

Al 31 dicembre 2017 le imprese attive femminili sono risultate 85.108, pari al 21 per cento del totale delle imprese regionali, con un lieve incremento (+77 unità, pari allo 0,1 per cento), rispetto alla fine dell’anno precedente.

Ma i dati non sono omogenei in tutti i settori di impresa: nel settore del commercio al dettaglio risultano negativi, con -292 unità (-1,7 per cento), cosi come in agricoltura (-290 unità, -2,2%) e nelle costruzioni (-0,9%), mentre crescono le imprese dell’insieme dei servizi (+0,6 per cento, +377 unità), grazie soprattutto all’incremento delle aziende dei servizi alla persona (+183 unità, +1,9 per cento), delle attività per le funzioni d’ufficio e di supporto alle imprese (+95 unità, +8.5 per cento) e al boom della sanità e assistenza sociale (+79 unità, +9,5 per cento).

Il lieve ampliamento nel numero delle imprese femminili è da attribuire alle società di capitale, che sono sensibilmente aumentate (+512 unità, pari a un +3,7 per cento), anche per effetto dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata. Questa ha contribuito alla sensibile riduzione delle società di persone (-310 unità, -2,4 per cento), alla quale si è affiancata una lieve flessione delle ditte individuali (-151 unità, -0,3 per cento). Le cooperative e i consorzi continuano a fare registrare una discreta crescita (+2,0 per cento).

Il calo delle imprese del commercio fa parte della diminuzione complessiva delle imprese dell’insieme del commercio (-267 unità, -1,2 per cento), per esclusivo effetto del calo del dettaglio (- 292 unità, -1,7 per cento), pressato dalla restrizione del credito e dalle variazioni delle abitudini di consumo, e che, a causa della ripresa in corso, beneficia di una minore spinta alla crescita della base imprenditoriale derivante dallo sviluppo delle forme di auto impiego.

I dati sulle imprese al femminile nella nostra Regione – afferma Paola Morselli Coordinatrice Imprenditoria Femminile di Confesercenti E.R. – segnalano le difficoltà che incontrano le donne imprenditrici soprattutto nel commercio al dettaglio. Alle problematiche della congiuntura economica si sommano, infatti, ancora oggi, le difficili condizioni del contesto in cui operano le donne imprenditrici”.

“La giornata dell’8 marzo – continua Morselli – è perciò un’occasione non solo per fare gli auguri alle donne imprenditrici, ma anche per richiedere alle Istituzioni una maggiore attenzione alle donne imprenditrici che hanno bisogno di strumenti e risorse per stare sul mercato con pari opportunità.”

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