E sul cuneo fiscale il ministro ammette: “taglio insufficiente e minore di quello che pensavamo di fare”
E’ in arrivo un pacchetto di semplificazioni per il mondo del lavoro, composto da una lista di 25 interventi. Lo annuncia il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, nel corso di un convegno che si tiene alla Camera. Per la ”meta’ di questi interventi” si potra’ intervenire per ”via amministrativa”; per l’altra meta’ saranno invece necessari ”interventi normativi”, spiega il ministro.
Fondamentale, per far ripartire il lavoro, è una riduzione del cuneo fiscale, osserva Giovannini. Nella legge di stabilità è stato fatto “un primo passo in questa direzione” anche se, ammette il ministro, e’ stato ”insufficiente e minore rispetto di quello che pensavamo di fare”. Un altro fronte su cui intervenire interessa in particolare le donne; il peso dei carichi familiari ”le spinge fuori dal mercato del lavoro”. Il gruppo creato ad hoc sta lavorando proprio per trovare delle proposte di conciliazione, tra tempi di vita e lavoro, che dovranno arrivare in tre mesi. Rispondendo alle polemiche di Confindustria il ministro sottolinea che “questo governo in 9 mesi ha fatto molto di piu’ di quello che gli viene riconosciuto spesso nel dibattito politico”.
Grazie alle misure messe in campo “sono state presentate 20.000domande di assunzioni dei giovani, che devono essere addizionali rispetto all’occupazione esistente, quindi si tratta di posti di lavoro in piu’, di cui 17.000 sono contratti ex novo e solo 3.000 sono trasformazioni da tempo determinato in tempo indeterminato”. Questo risultato si sommano alle assunzioni che hanno interessato le donne e gli over 50 grazie agli incentivi ”che non erano stati mai avviati e che invece sono stati avviati ad agosto”. Ovviamente l’esecutivo ha ”la responsabilita’ e il dovere di migliorare la sua azione” e anche il parlamento ”credo che debba trovare le sue sintesi, per sostenere un governo che rafforzi la ripresa occupazionale”. Il semestre europeo di presidenza Italia rappresenta un’opportunita’ unica, secondo Giovannini, per un ”cambio di passo rispetto alle politiche dell’occupazione e della crescita”.
Nel futuro ”molto si puo’ fare”, ribadisce il ministro. Però è importante anche capire “se quello che e’ stato fatto ha un effetto e un senso”, per evitare di “girare intorno”. Cambiare la legislazione, precisa Giovannini, “non e’ la panacea di tutti i mali. Se pensiamo che un singolo provvedimento possa cambiare il mondo siamo profondamente in errore”. ”Se siamo tutti d’accordo che cambiare le norme non basta, quello che serve e’ una serie di interventi che producono risultati nella misura in cui c’e’ una e’ ripresa economica persistente e resistente”