Per le banche il finanziamento alle Pmi sta perdendo, sempre più, in attrattività
Il sistema bancario europeo, così come riportato dal Sole 24 Ore in data 10 Aprile, ha lanciato un vero e proprio allarme riguardo le regole di Basilea 3, che “metterebbero a rischio” la sopravvivenza di molte Pmi, a causa delle regole e dei costi di adeguamento delle normative.
Il Financial Stability Board, organismo internazionale con il compito di monitorare il sistema finanziario mondiale, in previsione della prossima riunione a Washington dei ministri delle finanze del G20 e dei governatori delle banche centrali, ha predisposto una consultazione sul tema, contenente gli effetti sul finanziamento delle piccole e medie imprese. Come spiega il Sole 24 Ore dai primi commenti si evince la preoccupazione delle banche dei paesi europei.
Trattandosi di soggetti a maggiore rischiosità intrinseca i prestiti concessi alle Pmi sono sempre stati assoggettati a regole e standard stringenti, con richiesta alle banche di accantonamenti più ampi. Con le riforme di Basilea 3 è cresciuto, in sostanza, il costo capitale per le banche e si è generato un incremento dei tassi sui prestiti. Questo, unito a principi contabili più stringenti dell’IFRS9 (le banche devono effettuare accantonamenti non solo per i crediti deteriorati, ma anche per quelli che potrebbero deteriorarsi, stimando e mettendo in bilancio anche le perdite attese) va a impattare sulle due fonti finanziarie principali delle piccole e medie imprese ossia i prestiti non garantiti e quelli a medio lungo termine.
Tutto ciò nonostante sia stato dimostrato, come sottolineato dalla Federazione bancaria europea, che il valore aggiunto delle Pmi europee ha rappresentato il 47% dell’aumento totale (2008/2017, settore non finanziario) e il 52% dell’occupazione.