Serve un piano rigoroso, occorre dettagliare le misure e le risorse per il disinnesco delle clausole.
Il DEF riacutizza le incertezze del Paese. La mancanza di chiarezza sugli aumenti dell’Iva e sulle prospettive della nostra economia ha generato insicurezza tra famiglie ed imprese.
Così Confesercenti commenta le rilevazioni Istat sulla fiducia dei consumatori e delle imprese di aprile.
Peggiora ancora il clima di fiducia dei consumatori e delle imprese ad aprile: per i consumatori, infatti, si tratta del terzo calo consecutivo con la situazione economica a destare più preoccupazione, il pericolo di recessione: l’indice specifico scende a 122,6 ed era 142 nella primavera del 2017. Così come diminuisce quello delle imprese, con intensità diverse, in quasi tutti i settori con un marcato calo nel comparto del commercio al dettaglio. In particolare, diminuisce di 6 punti nel turismo, dopo due mesi di crescita e di 4 punti nel settore distributivo che, però, registra una diminuzione di 5,6 punti per gli esercizi di minore dimensione.
Dati che concorrono a sottolineare come l’attuale difficoltà, in realtà, sia molto focalizzata sulla domanda interna: rispetto alla Nadef di settembre scorso, infatti, attualmente registriamo sì un calo dell’export (-0,5%) ma anche e soprattutto dei consumi (-0,6%) e degli investimenti (-2,3%).
Il calo della fiducia di consumatori e imprese rischia di riflettersi negativamente sulla nostra economia, in particolare sui consumi. Bisogna spazzare via le incertezze con risposte chiare. In particolare sulla questione degli aumenti IVA previsti dalle clausole di salvaguardia. Aumenti che sono confermati nel Def ma che la maggioranza si è impegnata a cancellare con una risoluzione. Bene, ma per dare davvero certezza agli operatori economici non basta una risoluzione: serve un piano rigoroso, occorre dettagliare le misure e le risorse per il disinnesco delle clausole.