Assoturismo: cosa è successo in 10 anni? Chi sceglie le terme e quanto si fermano?
Dieci anni di arrivi, dieci anni di presenze. Come è cambiato il turismo nei comuni di Abano e Montegrotto? Quali turisti scelgono le mete termali e quanto si fermano?
Eravamo alla fine del 2008 quando l’allora Presidente del Azienda turismo Padova terme euganee, era preoccupato per i numeri di turisti nell’area termale. Ed in particolare per le presenze ed il numero di notti di pernottamento medi che erano in calo rispetto agli anni precedenti. Oggi possiamo dirci abbastanza soddisfatti per quanto riguarda gli arrivi e ma continuiamo a soffrire sulle presenze. Ma vediamo nel dettaglio con qualche numero.
Ad Abano, in dieci anni sono cresciuti gli arrivi (+46,2%) e le presenze (+9,5%). Ma se confrontiamo con l’anno precedente (il 2018 vs 2017) il dato diventa negativo. Nel 2018 leggiamo un -1,3% di arrivi e -2,2% di presenze. Che si traducono in 6568 arrivi in meno (ovvero il numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi) e 44053 presenze in meno (ovvero il numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi).
Cosa sta succedendo, si chiedono ai piani alti dell’associazione Assoturismo. “Una nuova inversione di tendenza? Speriamo di no – commenta Claudia Baldin, responsabile di Assoturismo Confesercenti – ci preoccupa molto il dato che riguarda gli arrivi e le presenze dei tedeschi. Storicamente una forza nel territorio. Il dato è fortemente negativo sia se confrontato con l’anno scorso (- 2662 presenze e – 28292 presenze) sia nell’arco dei 10 anni (-5783 arrivi e -69727 presenze)” .
“Purtroppo a Montegrotto la situazione non è migliore, anzi – continua Baldin – qui infatti in dieci anni sono aumentati gli arrivi (+9,7%) ma sono anche drasticamente calate le presenze (-14,3%). Con conseguente calo del numero medio di notti che passa da 4,8 a 3,6. Se guardiamo la differenza tra 2017 e 2018 poi, ci scoraggiamo ancora di più -5867 arrivi e anche qui se guardiamo al turista tedesco abbiamo una perdita di 1488 unità. Questi dati devono essere uno degli strumenti per avviare una seria riflessione per rilanciare i punti di forza dell’offerta ma anche quelli di debolezza. E’ evidente che il nostro turismo termale ha bisogno di fare ancora un salto di qualità, passando da un patrimonio di indiscusso valore a livello mondiale ad un prodotto più completo ed attraente. Se è chiara a tutti la motivazione della perdita del mercato tedesco legato alla gratuità delle prestazioni legate alle cure con il fango, che è venuta a mancare qualche tempo fa, dall’altra non si è ancora creato un prodotto forte che permetta di tornare a competere con altre destinazioni europee.
Sicuramente la costituzione e l’adesione dei comuni termali all’Ogd Terme e colli, l’unificazione dei due consorzi nel neo nato Terme e Colli Marketing segnano un’importante presa di coscienza dei problemi ma restano da comprendere meglio alcuni aspetti: in questo sarà di vitale importanza l’Osservatorio turistico regionale permanente riconosciuto dal Piano strategico del turismo che darà modo di ragionare su altri dati, non solo arrivi e presenze che ormai non sono sufficienti per comprendere i livelli di spesa del turista, le sue motivazioni al viaggio e le sue esigenze. Sono questi i dati su cui proseguire il percorso intrapreso per trasformare le offerte in prodotti”.