Fisco, Rete Imprese Italia in audizione. Bussoni: “livello di pressione fiscale in Italia insostenibile per qualsiasi sistema produttivo”

“Il livello di pressione fiscale in Italia è insostenibile per qualsiasi sistema produttivo, ed incide pesantemente sulle imprese e sulla capacità di queste di creare  valore aggiunto e occupazione”.

Ad affermarlo è il Segretario Generale di Confesercenti Mauro Bussoni,  che ha guidato la delegazione di Rete Imprese Italia ascoltata dalla Commissione Finanze in Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli organismi della fiscalità e sul rapporto tra contribuenti e fisco.

“L’incidenza della tassazione sui profitti nel nostro Paese raggiunge una percentuale del 66%, oltre  20 punti in più rispetto alla media europea: un livello che rende impossibile essere competitivi sui mercati internazionali. Come se non bastasse, il 70% delle micro, piccole e medie imprese è costretto a sostenere il fardello dell’IMU sugli immobili strumentali d’impresa e, di queste, circa il 40% ha incontrato notevoli  difficoltà ad effettuare il pagamento ed oltre il 15% è stato costretto a rinunciare ad effettuare investimenti innovativi e ad assumere personale”.

 “Ma, oltre alla fiscalità statale – continua Bussoni – non possiamo non ricordare che dall’attuazione del federalismo fiscale fino ad ora è scaturito solo un notevole aumento di pressione fiscale locale, senza nessuna sostanziale riduzione di quella erariale. In questi quarant’anni, l’evasione – e i problemi che ne sono conseguiti – ha generato un sistema tributario complicato da capire e da gestire e, pertanto, estremamente costoso per le imprese. Secondo le stime del Dipartimento della Funzione Pubblica il costo degli oneri amministrativi sulle imprese è di circa 30 miliardi di euro l’anno, 7000 euro circa ad azienda. Ma potrebbe essere ridotto di ben 9 miliardi se solo venissero effettivamente attuati i provvedimenti di semplificazione varati negli ultimi cinque anni. La Legge Delega si prefigge ambiziosi obiettivi di riforma dell’attuale sistema fiscale, e riteniamo apprezzabili alcuni propositi contenuti in essa. A partire dalla revisione del reddito d’impresa, rendendo neutra la tassazione rispetto alla forma giuridica con la quale essa viene esercitata; ma anche quella sistematica degli adempimenti ed i regimi fiscali (e contabili) in un’ottica di semplificazione, l’idea di fornire nuovi indirizzi in materia di riscossione coattiva e di riforma del sistema sanzionatorio e di evitare, attraverso la previsione di apposite clausole di salvaguardia, l’aumento del prelievo fiscale a fronte della revisione del catasto e di operare, anche attraverso la revisione della fiscalità energetica ed ambientale, una redistribuzione del carico impositivo. Auspichiamo, però, che la Legge Delega, che per ora si configura come un intervento di ‘manutenzione’ del fisco, sia il primo step per un riforma più profonda del sistema”.

Il comunicato stampa ufficiale di Rete Imprese Italia

Le proposte di Rete: un fisco a misura di micro e piccola impresa”

Bisogna considerare che in Italia la “piccola impresa”, intesa come quella che si pone nel mondo degli studi di settore rappresenta circa il 99% del sistema delle imprese italiane. In termini assoluti, le imprese che si pongono fuori dal mondo degli studi di settore sono solamente poco più di 56.000. Rete Imprese ritiene dunque necessario riformare il fisco perché sia più ‘a misura di micro e piccola impresa’. Tra i molti interventi possibili in questa direzione, Rete Imprese Italia ritiene necessario incentivare la capitalizzazione delle micro e piccole imprese riducendo la tassazione sugli utili non prelevati così come il riordino degli attuali regimi contabili. Le imprese non obbligate  alla tenuta della contabilità ordinaria, dovrebbero avere un’articolazione su tre diversi regimi fiscali e/o contabili, orientati al “criterio di cassa”: un regime contabile semplificato, con applicazione della tassazione secondo criteri semplificati di determinazione del reddito d’impresa; un regime fiscale delle attività imprenditoriali marginali, con una tassazione forfettaria e ridotti adempimenti; e infine uno che comporti una tassazione sostitutiva del reddito per le nuove iniziative produttive”.

Studi di Settore: trasparenza fiscale, tassazione pianificata e sistema premiale   

Questo strumento, dopo un avvio stentato (anche a causa dei condoni del 2001/2002), è ancora oggi un importante ausilio sia per le imprese per una valutazione delle proprie performance  sia per l’attività di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ma sono trascorsi 16 anni dalla prima elaborazione degli Studi di Settore: per questo, in occasione dell’attuazione della Delega fiscale, andrebbero analizzate possibili future applicazioni degli studi di settore per “trasformare” i regimi semplificati in sistemi che assicurino maggiore tranquillità per le imprese che rispettano determinati requisiti, maggiori semplificazioni burocratiche, un livello di tassazione equo. A fronte della trasmissione telematica di una serie di elementi (fatture, corrispettivi, ecc.), ed a fronte del raggiungimento dei risultati, in termini di corrispettivi dichiarati, attesi dagli studi di settore, potrebbero essere  assicurati alle micro e piccole imprese aderenti – anche in modo graduale a seconda delle date di decorrenza di tali obblighi – una serie di benefici tra i quali: ulteriori semplificazioni di adempimenti amministrativi; soppressione dell’obbligo di certificazione fiscale dei corrispettivi; riduzione dei periodi di accertamento; riconoscimento di franchigie in caso di accertamento. Partendo sempre dagli studi di settore (e limitatamente ai soggetti nei confronti dei quali essi siano applicabili), potrebbe essere attentamente analizzata la possibilità di introdurre un regime opzionale che consenta di aderire, per un determinato lasso temporale, ad una tassazione pianificata. Infine, sempre limitatamente ai soggetti nei confronti dei quali siano applicabili gli studi di settore, sarebbe auspicabile l’introduzione di un sistema premiale che stimoli ed agevoli l’efficienza produttiva delle imprese.

Gli interventi di riduzione dell’IRAP

L’IRAP, con un gettito per il 2012 pari a circa 34,5 miliardi di euro rappresenta il quarto grande tributo dopo l’IRPEF (165,7 miliardi di euro), l’IVA (115,2 miliardi di euro) e l’IRES (36,6 miliardi di euro). In primo luogo, R.ETE. Imprese Italia ritiene sia fondamentale procedere ad una immediata definizione delle caratteristiche delle imprese individuali da escludere dal pagamento del tributo per l’assenza dell’“autonoma organizzazione”. Si deve procedere, ad avviso di R.ETE. Imprese Italia, all’immediato innalzamento della franchigia di imposizione (no tax area IRAP), raddoppiando gli attuali limiti ed esentando dal tributo, di fatto, le imprese di più piccole dimensioni.

Semplificazioni adempimenti, proposte di linee guida. Riconoscere credito d’imposta di compensazione

Per quanto riguarda la semplificazione degli adempimenti fiscali, Rete Imprese Italia propone di improntare le linee guida su: il riordino in testi unici di tutte le disposizioni fiscali per tipologia di soggetto; la stabilità nelle disposizioni che impongono gli adempimenti fiscali; la concreta irretroattività delle disposizioni tributarie e “Costituzionalizzazione” dello Statuto del contribuente; i controlli fiscali non devono incrementare gli oneri burocratici delle imprese. Serve inoltre una valutazione d’impatto preventiva e verifica periodica in tema di adempimenti fiscali, finalizzato al riconoscimento di un credito d’imposta. Il costo relativo agli adempimenti è oggi decisamente aumentato, considerando i più recenti obblighi comunicativi (in particolare quelli relativi al c.d. “spesometro”, ai contratti di leasing e noleggio e dei beni dati in godimento ai soci delle società). R.ETE. Imprese Italia ritiene che, proprio al fine evitare il continuo proliferare di adempimenti, sia necessario prevedere un credito d’imposta finalizzato a compensare gli oneri che le piccole e medie imprese devono sostenere per adempimenti prettamente utilizzati per finalità di controllo e surrettiziamente scaricati sui contribuenti.

Misure urgenti di semplificazione

Rete Imprese Italia individua alcuni interventi di semplificazioni da implementare con urgenza. In primo luogo, occorre procedere ad abrogare la responsabilità solidale negli appalti. Ma anche introdurre, in modo strutturale, la compensazione delle imposte dovute dalle imprese con i crediti commerciali che le medesime vantano nei confronti della P.A. E infine Rete Imprese Italia ritiene necessario obbligare i Comuni all’invio dei modelli precompilati per il versamento della TASI, TARI ed IMU.

Si dovrà poi aprire anche sul riordino delle detrazioni sul lavoro, della fiscalità immobiliare e del fondo Fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale, e sulla revisione del contenzioso tributario, della fiscalità ambientale e delle sanzioni tributarie.

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