Il Presidente Mattiazzo denuncia in una lettera la drammatica situazione del settore turistico nel Veneto e nel nostro Paese
Il Presidente Regionale di Assoturismo, Francesco Mattiazzo, ha inviato ieri una lettera al Ministro Franceschini e all’assessore Regionale Caner per sottolineare la drammatica situazione del settore turistico nel Veneto e nel nostro Paese, uno dei principali componenti del PIL nazionale che si trova oggi in ginocchio.
Non solo il settore alberghiero (CERVED prevede una perdita dal 37 al 73% ) ma l’intero comparto è profondamente colpito e le previsioni (sempre CERVED) parlano di un meno 36,3% di ricavi nel Veneto. Dichiara Mattiazzo.
Se le strutture alberghiere sono quelle maggiormente all’attenzione dell’opinione pubblica dobbiamo ricordarci che è l’intero comparto a soffrire in modo drammatico:
– le strutture extra-alberghiere che viaggiavano con un incremento di quasi il 50% negli ultimi 5 anni, sono oggi in difficoltà con una perdita di presenze fino all’80%.
– le agenzie di viaggi non solo non hanno lavorato in questi mesi ma hanno dovuto cancellare tutto il lavoro fatto prima del COVID e non vedono prospettive per il futuro. La perdita è del 100%.
– le professioni turistiche (guide, accompagnatori, organizzatori, per non parlare delle nuove professioni : Community manager, Travel designer, Travel influencer ecc.)
– gli stabilimenti balneari che pur avendo riaperto operano in modo ridotto con flessioni dei ricavi nell’ordine del 50%;
– le società di trasporto (su acqua e su strada) strettamente collegate alle presenze turistiche che ci segnalano una riduzione del 60%.
Di fronte a questa situazione ci troviamo con provvedimenti limitatissimi e con prospettive di rilancio ancora poco chiare ed una strategia complessiva indeterminata.
1- i dipendenti delle aziende hanno chiuso la possibilità di cassa integrazione (FIS – ordinaria -in deroga) ed oggi le imprese sono costrette a mettere i loro dipendenti in assenza giustificata non retribuita. Dobbiamo subito ampliare la durata della cassa integrazione fino a fine anno.
2- Le agenzie di viaggio, le professioni turistiche, le strutture extralberghiere hanno bisogno di un intervento straordinario di sostegno per rilanciare l’attività e superare la situazione attuale che non è solo di mancanza di liquidità ma soprattutto di blocco delle attività. Limitare il contributo a fondo perduto al solo mese di aprile è assolutamente insufficiente. Nonostante la possibilità di riaprire queste attività sono ferme oramai da metà febbraio. Un indennizzo particolare va previsto per tutte le professioni turistiche spesso esercitate in forma non imprenditoriale.
3- dobbiamo rivedere e riorganizzare i piani strategici sia regionale che nazionale in funzione delle modifiche derivanti dalla crisi COVID 19: – la minore capacità di spesa delle famiglie e la modifica delle abitudini del turista che potrebbero consolidarsi privilegiando in particolare la sicurezza.
4- rilanciare in modo concreto il turismo legato alla convegnistica, il turismo d’affari e quello delle famiglie, rilanciando e investendo nel turismo di prossimità (almeno in questa fase) senza disperdere risorse in mercati che si stanno dimostrando (in questo momento) restii al nostro Paese.
5- operare in modo concreto per il ‘VENETO COVID FREE’ non solo come garanzia di sicurezza ma soprattutto come strumento per fare ‘percepire’ la situazione di sicurezza ai turisti.
6- dare alla cabina di regia regionale del turismo un ruolo completamente nuovo facendola operare non tanto sulle problematiche esistenti e quindi subite ma soprattutto per avere una visione complessiva che permetta di anticipare e prevenire le situazioni di crisi.
Assoturismo Confesercenti, infine, ritiene fondamentale che in questa fase siano destinate risorse a sostenere le singole imprese (privilegiando le reti) al fine di sostenere le attività di consulenza per la pianificazione dei business plan quali strumenti indispensabili per affrontare la situazione attuale.
Lo stiamo ripetendo da tempo, non possiamo aspettare ancora. C’è il concreto pericolo che il comparto turistico si trovi nell’impossibilità di ripartire.