Il presidente Vincenzo Schiavo: «Non c’è economia per sostenere il commercio, i saldi potranno fare ben poco»
L’Osservatorio campano di Confesercenti fa emergere in tutta la loro drammaticità i numeri della crisi del settore moda che ha appena iniziato i saldi 2020. Il comparto in Campania ha fatturato nel 2019 oltre 16 miliardi, il 18% del Pil del territorio.
Confrontando il fatturato 2020 con quanto fatto nello stesso periodo nel 2019 (ovvero sino al 21 luglio) la perdita del settore moda in Campania nel primo semestre è di quasi 5 miliardi di euro, ovvero di 4.757.870.000,00. «Il momento è drammatico – commenta Vincenzo Schiavo, presidente Confesercenti Campania – specie in questo settore: i quasi 5 miliardi di fatturato in meno in soli 12 mesi rappresentano una cifra enorme che potrà essere soltanto lievemente alleggerita dai saldi appena cominciati. Come Confesercenti Campania siamo molto preoccupati: le persone non hanno soldi in tasca, molti non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione; gli imprenditori sono in perdita per cui non hanno la possibilità di investire e al contempo si sottraggono al ruolo di consumatori. E poi c’è lo smart working: molte persone lavorano da casa e di conseguenza c’è pochissima gente in giro, le strade dello shopping sono poco affollate».
I dati dell’osservatorio di Confesercenti Campania sono impietosi: se nel 2019 il fatturato delle imprese della nostra regione è stato di 16.8 miliardi di euro (con un fatturato medio mensile di 1.4), la previsione per tutto il 2020 è di circa 8 miliardi in totale, il 50% in meno. Con perdite post lockdown che vanno dal 30% al 70% al mese a seconda delle attività. A luglio 2019 il fatturato raggiunse quasi 8 miliardi, dodici mesi dopo arriva a poco sopra i 3 miliardi di euro. «Non ci sono economie per sostenere il commercio- aggiunge Schiavo – e se l’Istat prevede che in Italia il 40% delle imprese chiuderà i battenti a settembre, noi temiamo che qui da noi in Campania il numero sarà ancora più alto che in altre zone del paese, arrivando almeno al 50%. Chiediamo al governo di intervenire e di farlo subito, magari approfittando immediatamente del sostegno incassato dall’Europa. Bisogna inoltre far ripartire il turismo e incentivare le imprese facendo in modo che non paghino ulteriori tasse nel 2020 e assicurando loro degli sgravi futuri che le consentano di rimanere vive».