Essenziale la costanza nell’azione riformatrice, affrontare i nodi strutturali
“La nostra economia ha subito una ferita: né l’impulso della spesa pubblica, pur se orientata nelle direzioni più congrue, né l’espansione creditizia, pur se attuata con coraggio, varranno, da sole, a restituirle vigore”. A dirlo, citando Guido Carli, è il governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco. Che, in occasione della sua relazione, alla Luiss, per la celebrazione del centenario della nascita dell’economista, analizza le prospettive di recupero dell’economia italiana. Per curare la ferita, è la ricetta del governatore, è necessario aumentare i livelli di produttività.
“Occorrerà – ha sottolineato – che durante un certo intervallo temporale si realizzino incrementi della produttività in modi compatibili con i più progrediti assetti che si mira a stabilire nella vita aziendale e nelle condizioni di lavoro. I segnali di risveglio che vediamo sono incoraggianti, ma vanno confermati nei mesi e negli anni futuri: la costanza nell’azione riformatrice è essenziale”, ha continuato il governatore, “solo affrontando risolutamente i nodi strutturali sarà possibile riprendere un sentiero di crescita robusta e duratura”.
“È di evidente attualità l`analisi di Carli nelle Considerazioni finali del 1971, sulle quali si volse il mio esame con Federico Caffè. I problemi odierni dell’Italia sono molto simili a quelli che si potevano osservare al termine del governatorato Carli. Ma le conseguenze dell’immobilismo “sono diverse da quelle che si manifestavano negli anni settanta: mentre allora era l’inflazione, oggi è il ristagno. Lacci e lacciuoli, intesi come rigidità legislative burocratiche, corporative, imprenditoriali, sindacali, sono sempre la remora principale allo sviluppo del nostro Paese”.