Confesercenti Torino: “Nessuna svolta, il commercio rimane in piena emergenza”

L’Associazione: “Sotto l’albero di Natale dei piemontesi meno regali (-17,9%) e meno spese (-20,6%). Covid  e timori per il futuro condizionano le feste: consumi in calo (-400 milioni), cresce il risparmio (+11,1)”

Fra emergenza Covid e preoccupazioni per il futuro, quello dei piemontesi sarà un Natale sottotono dal punto di vista dei consumi: quasi i due terzi spenderanno meno dello scorso anno. In termini assoluti, ciò significa una riduzione stimata della spesa complessiva nella nostra Regione di circa 400 milioni (-20,6% sul 2019): una spending review a cui non sfuggono nemmeno i regali, per i quali il budget si restringe di 115 milioni (-17,9% sul 2019).

È quanto emerge dalle elaborazioni condotte dall’Ufficio Economico di Confesercenti sulla base di un sondaggio condotto da Swg per Confesercenti sulle intenzioni di acquisto dei consumatori piemontesi in vista delle prossime feste (in fondo i risultati completi).

UN ANNO DI INCERTEZZA. A pesare, ovviamente, è la lunga emergenza. Anche i piemontesi – come tutti gli italiani – arrivano alle feste 2020 stremati da un anno difficile, dal forte impatto psicologico ed economico. Una famiglia su tre – il 34% – dichiara di aver ridotto i consumi durante l’anno; il 47% segnala di arrivare a fine mese solo tirando la cinghia ed un ulteriore 2% di non arrivarci affatto. E il futuro preoccupa: in particolare la prospettiva di una prosecuzione della pandemia Covid-19 anche nel 2021, indicata dal 56% degli intervistati. Cresce anche la paura per la tenuta della situazione economica dell’Italia segnalata dal 46% e per la stabilità complessiva del Paese (72%).

IL BUDGET DI NATALE. Sull’onda dell’incertezza, quest’anno il 60% degli piemontesi prevede di spendere meno dello scorso anno per i regali e per gli acquisti di Natale, mentre solo il 2% prevede di aumentare il budget. Quanto alle voci di spesa, i prodotti enogastronomici sono al primo posto con 43%; poi i libri al 39%, abbigliamento al 37%, i giocattoli al 26% come i prodotti di tecnologia; tutti gli altri prodotti sono sotto il 20%. La flessione generale segnalata dagli intervistati induce a stimare una contrazione complessiva della spesa per il Natale di 400 milioni di euro (-20,7% sullo scorso anno), di cui 115 per i regali (-17,9%). In aumento, invece, le risorse destinate dalle famiglie a saldare i conti in sospeso (+18%) e al risparmio (+11,1%).

LE SPESE COLPITE. Tutte le tipologie di spesa sono colpite, sia pure in misura diversa: il 22% dei consumatori piemontesi dichiara che ridurrà le spese per regali ad amici e parenti; un terzo quelle per pranzo/cena di Natale e Capodanno, il 17% quella per i regali al coniuge/partner; neppure i regali destinati ai bambini si salvano: -12%.

RITORNO NEI NEGOZI. La rete dei negozi fisici arriva all’appuntamento di Natale sperando di giocare una partita di ritorno di successo, dopo un’andata dominata dal web durante il periodo di chiusura delle attività di vicinato: del 49% dei piemontesi che ha già iniziato a comprare i doni da mettere sotto l’albero in sei casi su dieci (63%, lo scorso anno era meno della metà) lo ha fatto online. Con le riaperture, i negozi puntano ad invertire la tendenza, scommettendo sul servizio, sulla tradizione e anche sulla spinta del cashback, che nei primi giorni di applicazione ha generato un aumento delle vendite: un aiuto imprevisto per la rete dei negozi. E i consumatori sono intenzionati a dare fiducia al retail: complessivamente il 33% ha acquistato o acquisterà i propri regali in un piccolo negozio fisico (anche all’interno di un centro commerciale) o su un mercato.

CENTRI COMMERCIALI E RICORSO AL TAR. Pesa, però, la chiusura dei negozi di centri e gallerie commerciali nei giorni prefestivi e festivi: le limitazioni alle aperture e agli orari condizionano il 23% dei consumatori. Un grave danno economico ed una distorsione inaccettabile della concorrenza, visto che negozi della stessa tipologia, ma dislocati al di fuori di un centro commerciale, possono rimanere aperti. Per questo, Confesercenti ha presentato ricorso al Tar contro il provvedimento: la questione verrà discussa mercoledì prossimo. Tra gli altri fattori che condizionano gli acquisti nei negozi, il 21% segnala le file generate dai contingentamenti dentro i negozi. Il 30% invece, ammette di essere influenzato nella sua spesa nei negozi proprio dal timore di contagio.

LA FESTA. Non solo lo shopping, ma anche la festa in sé viene oscurata dall’ombra del Covid. Per il 46% l’emergenza pandemica e le conseguenti restrizioni cancellano del tutto o parzialmente la festa, mentre solo il 26% ritiene che il Natale resti parzialmente o del tutto intatto.

LE DIFFICOLTÀ RIMANGONO. “I dati del nostro sondaggio fra i consumatori – dice il presidente di Confesercenti, Giancarlo Banchieri – avvalorano i segnali che ci vengono dai commercianti. Queste feste sono ancora troppo condizionate dall’emergenza sanitaria, anche dal punto di vista psicologico, come dimostra uno dei pochi indicatori in crescita: il risparmio. Per questo il ritorno dei consumatori nei negozi – fatto pur significativo e importante – non è certo sufficiente a salvare un anno nero per il settore (e questo nessuno poteva aspettarselo), ma neppure i consumi di Natale. Senza contare che a causa dei limiti di orario posti dalla zona gialla che parte da oggi neppure il settore delle somministrazione è in grado di riprendersi a breve. Dunque, per il commercio di vicinato l’emergenza è tutt’altro che finita”.

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