Confesercenti Trentino, vola l’ecommerce anche nei negozi, Paissan: “Innovazione digitale per uscire dalla crisi”

Il Vicepresidente Paissan: “Gli imprenditori devono adattarsi al cambiamento. Serve un grande piano provinciale con un fondo straordinario per la formazione dedicato al digitale e accompagnato da un’accelerazione della connessione con fibra da parte degli operatori economici su tutto il territorio”

Quanto ci costerà il lockdown di queste feste? Secondo le stime di Confesercenti ci sarà una perdita di spesa da -4,7 miliardi a circa 14 miliardi in meno. Un altro duro colpo per il mondo del commercio con la contrazione annua della spesa che aumenterà così di un altro 1,4% (che si aggiunge al -10,5% già registrato rispetto allo scorso anno). Di male in peggio, quindi, se pensiamo che a settembre si era registrata una flessione vicina al 2%; a ottobre un ulteriore peggioramento con un calo delle vendite del 3,2%. A soffrire maggiormente i settori dell’abbigliamento e delle calzature, che si avviano a chiudere questo 2020 da dimenticare con una perdita media secca di un terzo delle vendite su base annuale.

Va però decisamente meglio per quella parte di imprenditori che hanno investito sulle vendite on-line. Chi ha abbracciato l’innovazione digitale in varie forme, ha retto meglio all’ondata della crisi Covid. Ad ottobre l’e-commerce ha segnato un + 54,6%, superando i risultati già ampiamente positivi della tarda primavera scorsa. E questo divario sembra destinato ad aumentare ulteriormente: da una parte per il perdurare dell’emergenza sanitaria e delle restrizioni di varia natura a cui sono sottoposti i cittadini condizionati negli spostamenti e nelle abitudini quotidiane, ma dall’altra perché l’evoluzione delle attività di impresa e l’integrazione del digitale nella vita di cittadini e aziende risulta sempre più evidente, necessaria e inarrestabile.

Non illudiamoci che questo fenomeno possa essere legato esclusivamente all’emergenza coronavirus. Si tratta di un processo di cambiamento nella società moderna che viene da lontano e che ha avuto a causa del Covid una forte accelerazione. Ma quando la crisi sanitaria sarà terminata riportandoci ad una routine di quasi normalità, lo scenario in cui le imprese si ritroveranno a operare ed i cittadini di ogni età a vivere, sarà totalmente diverso. Non è pensabile si possa tornare al passato. Per certi versi non è neanche auspicabile. Ci sarà un recupero delle vecchie abitudini e quindi una buona ripresa anche del commercio tradizionale, ma non si tornerà più alla situazione che avevamo prima di questa pandemia.

Del fenomeno e-commerce si parla ormai da anni; è sempre stato considerato, fino ad oggi, una minaccia per le piccole attività commerciali: quelle dei negozi locali delle nostre città e del territorio, attività storiche, spesso familiari.

La soluzione non può essere quella di abbandonarsi alla sindrome di Calimero: la storia ci insegna che Davide può battere Golia, non di forza ma con intelligenza. Così come non è di certo una soluzione chiudersi nel proprio fortino, in difesa di quello che è stato e nascondendosi dietro un rassegnato “abbiamo sempre fatto così”. I cittadini, i consumatori, insomma il mercato nel medio termine non l’accetterà. La risposta a questa crisi per le piccole imprese ​passa attraverso un ripensamento, un cambiamento anche radicale. E’ necessario trasformare la minaccia in opportunità, adattarsi al cambiamento ridisegnando il proprio business ed il modo di relazionarsi con la propria clientela. E per il commercio significa anche saper integrare la forma tradizionale con quella elettronica, in un modello ibrido a dimensione territoriale. Certo è che non tutte le attività potranno farlo, perché non tutte potranno modificare il proprio modello di vendita. Ma chi può deve avere coraggio e cambiare, possibilmente in fretta: da sempre la cosa più difficile, perché il cambiamento spaventa. Nella storia il cambiamento ha riservato qualche volta sorprese negative, ma molto spesso straordinarie Opportunità.

Commercio, servizi, turismo, industria: la digitalizzazione sarà determinante per tutti, nessuno escluso, commercio incluso.

Cosa fare concretamente per favorire questo passaggio culturale delle imprese interessate:

  • Un grande piano provinciale con un fondo straordinario per la formazione dedicato esclusivamente al Digitale, riservato a imprenditori, manager e lavoratori; finanziato al 100% dalla Provincia di Trento attraverso un credito d’imposta e coordinato dalle imprese di categoria per la sua attuazione.
  • Accelerazione della connessione con fibra da parte degli operatori economici su tutto il territorio trentino, superando con il sostegno dell’ente pubblico le difficoltà dell’ultimo metro che continua a separare la maggioranza di aziende, lavoratori autonomi e professionisti da questo strumento ormai fondamentale.

Per agganciare la ripresa quando arriverà il momento di ripartire a fine emergenza sanitaria, il mondo delle imprese deve essere pronto.

Nell’interesse delle imprese serve iniziare subito e fare bene, ma in fretta. Il mercato non aspetta.

 

 

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