L’Associazione chiede al Comune di Bologna regole uguali anche per il settore alimentare
L’ultimo DPCM, togliendo la possibilità di far vendita da asporto dopo le ore 18 alle attività con codice Ateco 56.3 (bar) e codice Ateco 47.25 (enoteche), ha confermato l’assoluta inadeguatezza dell’utilizzo del codice Ateco per selezionare l’attività delle imprese gettandole sempre più nell’incertezza.
Inoltre, mentre alle ore 18 i bar e le enoteche sono costrette a chiudere con la vendita per asporto, tale attività rimane possibile ad esempio in negozi alimentari, minimarket, e supermercati dove è possibile comprare esattamente gli stessi prodotti.
Come Fiepet (federazione pubblici esercizi aderenti a Confesercenti), continuiamo ad avere segnalazioni da nostri Associati costretti alla chiusura che tante piccole attività alimentari, soprattutto nel centro storico di Bologna, vendono per asporto, quasi esclusivamente bevande alcoliche a basso prezzo, creando assembramenti, abbandono di bottiglie per strada, bivacchi e come si legge sulla stampa in questi giorni non sono dotati di servizi igienici per i clienti.
Chiediamo all’Amministrazione Comunale, di intervenire per colmare il vuoto normativo e limitare la vendita di asporto di bevande alcoliche dopo le 18 in queste strutture ed in maniera particolare il divieto di conservare in frigorifero le bevande che le rendono subito utilizzabili.
Come prevede il DPCM, la vendita con consegna a domicilio è consentita senza limiti di orario ma chiediamo all’Amministrazione Comunale di verificare che il Delivery preveda realmente la consegna a domicilio e non la consegna in piazze e strade come purtroppo a volte ci viene segnalato.
Infine chiediamo a tutte le forze dell’ordine di aumentare i controlli sulle vendite abusive di alcol in strade e piazze del centro storico, che agli occhi di è costretto a rimanere chiuso avendo una regolare licenza appare come una vera e propria beffa, che favorisce il mercato illegale e clandestino.