Confesercenti Verona, agriturismi da 60 camere e meno prodotti casalinghi: il no di Assoturimo

Il Direttore Torluccio: “In un quadro di chiusura forzata delle attività del mondo della somministrazione e della ricezione turistica, con tantissime imprese sull’orlo del fallimento, non possiamo appoggiare una simile proposta”

In relazione alla recente proposta di legge regionale nr. 22 del 25 novembre 2020, per cui si prevede la possibilità per gli agriturismi di avere 60 ospiti contemporaneamente invece delle attuali 30 camere e di poter abbassare la soglia dei prodotti fatti in casa dal 65 al 50%, requisito richiesto per potersi definire come tale, AssoTurismo Confesercenti Verona si schiera nettamente contraria.

“In un quadro di chiusura forzata delle attività del mondo della somministrazione e della ricezione turistica, con tantissime imprese sull’orlo del fallimento – sostiene Alessandro Torluccio, direttore di Confesercenti – non possiamo appoggiare una simile proposta. Il rischio è anche quello di creare una guerra fra poveri” .

“Non abbiamo niente contro chi gestisce gli agriturismi – incalza Paolo Bissoli, presidente di Confesercenti – ma un provvedimento di questo genere andrebbe a penalizzare un settore che già di per sé è in ginocchio, a maggior ragione considerando le agevolazioni fiscali che già godono le imprese degli agriturismi”.

“Una decisione in tal senso – chiosa Alessandro Torluccio – comporterebbe per gli agriturismo la possibilità da una parte di estendere l’attività di somministrazione in occasione di manifestazioni e cerimonie, dall’altra consentirebbe di effettuare anche per tali imprese l’asporto e la consegna a domicilio”.

“La ristorazione e le attività ricettive tradizionali – conclude Paolo Bissoli – svolgono un ruolo fondamentale nell’offerta di una destinazione turistica, ma le imprese devono lavorare in un ambiente che assicuri una concorrenza equa e parità di condizioni per tutti”.

L’associazione informa che ha già inoltrato attraverso la propria struttura regionale alla 3a e alla 6a commissione della Regione del Veneto una propria nota. Inoltre sono stati informati alcuni consiglieri regionali veronesi per supportare questa richiesta per evitare di creare altri danni economici ad un settore martoriato come quello della ristorazione e del ricettivo.

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