Il Presidente Spigno: “È come se venisse ricostruita, di fatto una nuova barriera che rappresenterà un vincolo per la città che non riesce ad attirare nessun investimento che non sia legato alla speculazione edilizia connessa al commerciale e in particolare al food”
«La leggerezza e la fretta con cui domani si porterà in consiglio comunale quello che l’amministrazione definisce “un mero aggiornamento al Puc”, per un’operazione in realtà epocale come quella di San Benigno, è semplicemente una vergogna», attacca Massimiliano Spigno, presidente di Confesercenti Genova, a margine dei lavori della commissione consiliare.
«È come se venisse ricostruita, di fatto, la collina di San Benigno – prosegue Spigno -, ovvero una nuova barriera che rappresenterà un vincolo per la città: l’impatto sulla viabilità sarà infatti notevole, andando a peggiorare la situazione a fronte di anni di cantieri autostradali ancora da gestire, del principale accesso al porto per 1,3 milioni di crocieristi e 2,1 milioni di passeggeri dei traghetti e di un assetto del nodo di San Benigno non ancora definito. Il commercio di Sampierdarena sarà definitivamente soffocato tra 24.850 mq di superficie commerciale lorda a Fiumara e le altre decine di migliaia di metri quadrati di Campi, da un parte, ed il centro commerciale del Terminal Traghetti con superficie commerciale lorda di 9279 mq, cui va aggiunta la superficie lasciata da Globo nella vicina via Dino Col e, ora, l’ennesima struttura di vendita.
«Anche il Porto sarà impattato, perdendo aree strategiche per attività produttive e di servizio, nonché per la gestione dei flussi, senza che Autorità portuale e trasportatori, spedizionieri, agenti marittimi e compagnie di navigazione abbiano detto una parola. Ma il tema più drammatico per la città è l’impossibilità di traguardare qualsiasi innovazione, qualsiasi trasformazione senza imbottire tutto di commerciale. Questa città non riesce ad attirare nessun investimento che non sia legato alla speculazione edilizia connessa al commerciale e in particolare al food, una situazione drammatica per il futuro della città tutta, non solo per il commercio».