L’Associazione: “Programmare il futuro oltre la pandemia: Catania riconquisti la sua centralità nel panorama nazionale. Prioritario il processo di digitalizzazione delle aziende, la proposta: lavoriamo insieme ad un percorso della moda e dello shopping dedicato ai turisti”
“Il Settore moda a Catania ha bisogno di ritrovare la sua centralità nei tavoli di concertazione con le Istituzioni e con le altre associazioni di categoria perché, oltre all’emergenza economica determinata dalla pandemia, sono ancora troppe le questioni che da anni non trovano soluzioni”. Così, il presidente provinciale di Confesercenti Area Metropolitana di Catania, Claudio Miceli, ha esordito nel corso della conferenza stampa in cui ha annunciato, assieme al direttore Francesco Costantino, la nascita della federazione FISMO Catania e affidato il coordinamento a Francesco Musumeci.
”FISMO Catania – ha dichiarato il neo presidente Musumeci – sarà un interlocutore competente e credibile, capace di progettare scelte e azioni ambiziose e coraggiose. Prima di decidere di scendere in campo – ha detto – abbiamo ascoltato la base, siamo andati bottega per bottega per raccogliere malumori e bisogni. Quello che serve è ritrovare le ragioni di un lottare insieme, superando gli individualismi dettati, nella maggior parte dei casi, dall’essere abituati a risolvere i problemi da soli, ma non siamo andati molto lontani”.
“Superare l’emergenza ma guardare al futuro – ha sottolineato Francesco Musumeci – immaginando nuove strategie e nuove sinergie. Da subito lavoreremo per istituire a Catania una sorta di percorso della moda e dello shopping dedicato ai turisti, in cui far convogliare tante piccole aziende”.
“La categoria è stata messa all’angolo in questo ultimo anno – ha spiegato Claudio Miceli, anche lui imprenditore del settore Moda, da oltre 35 anni – non solo da un’emergenza sanitaria senza precedenti, ma soprattutto dalle pesantissime conseguenze economiche, schiacciata dall’impossibilità di far fronte al pagamento della merce acquistata almeno 8 mesi prima dello scoppio della pandemia, su cui le aziende madri, a loro volta in difficoltà, non possono ulteriormente applicare differimenti. Si aggiunga, una riduzione di ben il 40% sui nuovi acquisti, sia per mancanza di liquidità che di indisponibilità delle scorte da parte delle stesse aziende, il che rende la nuova stagione già compromessa nei mancati introiti, indipendentemente dall’andamento che avrà la curva dei contagi. Inoltre, sono rimaste inascoltate le richieste di eventuali riduzioni su affitti e utenze”.
“Ristori, agevolazioni bancarie comunque da restituire, crediti di imposta sul mancato reddito, sono state finora misure inefficaci e inutili per resistere all’onda d’urto, sia nazionali che regionali – ha spiegato Musumeci – chi se la sta cavando senza dover abbassare la saracinesca, lo sta facendo grazie alle proprie spalle. Abbiamo subito provvedimenti che, ancorché dettati dalla contingenza emergenziale, hanno palesato l’assoluta lontananza e la non conoscenza del settore, da parte di chi le ha emanate. Serve ben altro e noi proveremo a dire a nostra”.
“Catania ha ruolo importantissimo, riconosciuta nel panorama nazionale, raccoglie l’eredità di una città che ha saputo esprimere vivacità e modernità nel corso dei decenni, crocevia di nuove tendenze e che ancora oggi, nonostante lo stato comatoso, ha tutti i numeri per tornare a competere con le grandi vetrine del panorama nazionale – ha aggiunto Miceli – e volendo guardare oltre l’emergenza, dobbiamo assolutamente puntare sulla digitalizzazione delle nostre aziende. La partita del Recovery found sarà fondamentale. L’adeguata digitalizzazione, con programmi gestionali d’avanguardia, è alla base anche del commercio on line. Per un e-commerce efficace servono risorse umane e gestione del magazzino, dedicate. Questa sarà una grande sfida”. “La Confesercenti di Catania – ha evidenziato il direttore Francesco Costantino – ha una struttura organizzativa che è in grado di supportare i commercianti e con l’istituzione di FISMO mettiamo al servizio le nostre competenze per accesso al credito, agevolazioni nazionali e regionali, formazione, politiche attive del lavoro”.