Continua la corsa alle aperture domenicali e festive: per i prossimi giorni di Pasqua e Pasquetta sono centinaia, in tutta Italia, i negozi e i centri commerciali che rimarranno aperti. Ma lo shopping pasquale non convince gli italiani: solo 1 su 10, infatti, ha intenzione di acquistare qualcosa nelle due giornate di festa. E’ quanto emerge da un sondaggio condotto da Confesercenti-SWG sui consumatori italiani, per vagliarne le intenzioni di acquisto nelle prossime festività.
Sebbene il 47% degli intervistati abbia detto di ritenere opportuno che i negozi rimangano aperti, solo il 10% ha organizzato il proprio tempo libero per fare nuovi acquisti il 20 e il 21 aprile: il 2% nel giorno di Pasqua e l’8% a Pasquetta. Chi fara’ spese si rechera’ soprattutto in un centro commerciale, scelto come luogo d’acquisto dal 69% del campione che ha dichiarato di voler fare compere. “In nessun Paese europeo vige un regime di liberalizzazioni come il nostro, che permette di aprire 365 giorni l’anno, 24 ore su 24 feste e domeniche incluse”, spiega Mauro Bussoni, Segretario Generale di Confesercenti. “Una deregulation che riteniamo assurda, e che a quanto pare non e’ utile nemmeno agli italiani. La maggioranza dei nostri concittadini non ha intenzione di passare la Pasqua e la Pasquetta in un centro commerciale”.
“Alle famiglie italiane mancano le disponibilita’ economiche, non le occasioni per spendere. Il nostro sondaggio e i dati Istat smentiscono i sostenitori della teoria secondo cui la deregulation, aumentando le possibilita’ di comprare, porterebbe all’incremento dei consumi e quindi dei posti di lavoro nel commercio. Il provvedimento sulle liberalizzazioni e’ stato varato dal Governo Monti a gennaio 2012, e da allora abbiamo vissuto un tracollo delle vendite (-8,5% al netto dell’inflazione) e registrato 100mila occupati in meno nel commercio tra il 2013 e il 2012”.
“Per questo Confesercenti – prosegue Bussoni – insieme a Federstrade e Cei, ha lanciato nel novembre 2012 ‘Liberaladomenica’, una campagna di informazione per presentare una legge di iniziativa popolare per rivedere la liberalizzazione. In cinque mesi sono state raccolte ben 150.000 firme, il triplo di quanto occorresse. Il 14 maggio 2013, la proposta e’ stata discussa in Parlamento ed e’ attualmente tornata all’esame della Commissione Attivita’ Produttive”. “Chiediamo – conclude Bussoni – che il Presidente del Consiglio Renzi ed il nuovo esecutivo intervengano per sbloccare la situazione e riportare una disciplina equilibrata negli orari e nei giorni di apertura delle attivita’ commerciali. Migliaia di famiglie aspettano una risposta in questa direzione”.