Alessandra Trivellato: “Il messaggio che vogliamo dare, su cui stiamo lavorando da tempo come associazione di categoria, è che insieme dobbiamo affrontare la trasformazione digitale per crescere”
Un commerciante su quattro, in occasione della pandemia, ha scoperto e inaugurato nuovi canali di vendita. Facendo di necessità virtù, hanno imparato ad usare mezzi che non conoscevano e implementato sistemi nuovi per andare incontro ai clienti. Tra questi Whatsapp business, Facebook e Instagram. Non solo: hanno sperimentato nuovi metodi di pagamento, come Satispay e Paypal. E un’ampia fetta di intervistati (complessivamente il 60%) ritiene che questo aggiornamento tecnologico sia stato d’aiuto nell’ampliare la platea di clienti. È quanto emerge dalla recente indagine Confesercenti, che ha somministrato ai propri soci un ampio questionario relativo ai canali di vendita prima e durante la pandemia. Il campione è di 114 risposte.
Canali più utilizzati
Se già oltre un anno fa alcuni commercianti avevano iniziato ad aggiornarsi, immaginando sistemi nuovi per sfruttare il web a servizio della propria attività, sicuramente la pandemia li ha obbligati ad accelerare i tempi in modo significativo. Attualmente, oltre alla tradizionale vendita in negozio, il 49% degli intervistati dichiara di utilizzare per le vendite anche la propria pagina Facebook, che si posiziona al primo posto tra i canali virtuali. Il 30,2% accetta e utilizza con successo le prenotazioni telefoniche, ma un commerciante su quattro ha iniziato a sfruttare anche altri canali. Il 24,5%, infatti, possiede un proprio sito con relativo canale di e-commerce, il 26,4% utilizza anche la pagina di Instagram e il 20,8% utilizza Whatsapp Business, che è una applicazione per il commercio nata da una costola della nota app di messaggistica istantanea.
Per quanto riguarda la consegna, oltre al ritiro in negozio (attualmente accettato dall’85,4% del campione) si effettuano anche consegna diretta a domicilio (64,6%) e spedizione con corriere (45,8%).
Whatsapp business il canale più in crescita
Dei soci che hanno risposto al questionario, solo il 26,4% utilizzava gli stessi canali di vendita anche prima della pandemia. Nel dettaglio, il canale che ha visto la crescita più significativa è Whatsapp business (+50%), seguito da seguito da Facebook e Instagram (che registrano entrambi +33%). Dei 114 intervistati, solo 4 utilizzano Amazon.
L’ampia maggioranza del campione (58,5%) dichiara che i propri clienti hanno approfittato di queste nuove modalità di vendita e, complessivamente, il 60% ritiene di aver aumentato la platea di clienti. Di questi, il 13,2% ritiene che l’aumento di clienti sia stato significativo, mentre il 47,4% sostiene di aver acquisito sì nuovi clienti, ma pochi rispetto all’investimento fatto.
Quanto ai canali di pagamento rimangono ai primi posti contati, bancomat e carta di credito, accettati rispettivamente dal 98 e dal 92% dei rispondenti. Crescono inoltre Satispay (26,4%), Paypal (30,2%), Apple pay (11,3) e Strike (7,5%).
«La lettura di questi dati – dichiara Alessandra Trivellato, Responsabile Sviluppo Confesercenti del Veneto Centrale – in qualche modo ci fornisce una fotografia degli effetti digitali che questa pandemia sta provocando. Le piccole imprese, i piccoli imprenditori ci stanno provando. Nonostante le difficoltà, le chiusure, le restrizioni, il commercio si mette in gioco e prova a trovare nuove soluzioni.
È proprio questo lo spirito imprenditoriale che caratterizza le nostre piccole imprese, il fatto di investire, di non fermarsi e di cercare nuove soluzioni. Soluzioni che in molti casi non sono semplici perché richiedono l’acquisizione di nuove competenze e di formazione. Il fatto che il 50% del campione abbia iniziato ad usare i social per vendere ci fa capire lo sforzo che stanno affrontando nonostante la sofferenza di questo periodo. Parliamo di bar, ristoranti, negozi di abbigliamento. Ma parliamo anche di ambulanti, che hanno preso in mano lo smartphone e lo hanno fatto diventare strumento di lavoro. È un passaggio epocale rispetto a soli pochi anni fa.
Considerato che fino a ieri Facebook era usato prevalentemente per raccontare la propria vita, oggi sono tantissime le pagine di negozi e pubblici esercizi che attraverso foto, video e storytelling si rivelano e presentano i propri prodotti o servizi. Ecco perché funzionano le vetrine come Facebook o Instagram. Perché danno la possibilità di scoprire il negozio sotto casa.
Per quanto riguarda le piattaforme marketplace dobbiamo pensare ad un mondo in cui le piccole imprese convivano e sfruttino in modo positivo questi canali, ma oggi hanno ancora alcuni limiti, uno dei quali è il distacco umano dal cliente. Le nostre attività di vicinato offrono un servizio all’acquisto e post acquisto che difficilmente si può trovare online. Offrono un’esperienza, dei consigli e, soprattutto in questo periodo, sono stati presidio sociale durante il lockdown. Questo piace ai consumatori.
Il messaggio che vogliamo dare, su cui stiamo lavorando da tempo come associazione di categoria, è che insieme dobbiamo affrontare la trasformazione digitale per crescere. Per offrire sempre più possibilità di vendita e di acquisto. Dobbiamo essere pronti per i consumatori di oggi ma anche per quelli di domani. Per cui cavalchiamo la digitalizzazione senza paura».