Sostegni adeguati alle perdite realmente subite e ai costi fissi sostenuti, credito immediato e un piano per permettere alle imprese di riaprire in sicurezza. Proposte che sono oggetto di una petizione online
“Portiamo le imprese fuori dalla pandemia”, è il titolo della giornata di mobilitazione indetta ieri 7 aprile da Confesercenti nazionale per dare voce, attraverso iniziative in tutte le Regioni italiane, alle necessità e alle richieste delle attività economiche: sostegni adeguati alle perdite realmente subite e ai costi fissi sostenuti, credito immediato e un piano per permettere alle imprese di riaprire in sicurezza. Proposte che sono oggetto di una petizione online, che è possibile sottoscrivere su www.confesercenti.it.
Anche la Confesercenti Provinciale BAT ha aderito alla protesta a distanza con toni pacati, ma autorevoli.
Palmino Canfora, presidente Confesercenti Provinciale BAT
Serve un impegno maggiore da parte del Governo per andare incontro alle difficoltà delle piccole imprese, perché la maggior parte sono ormai al limite. Servono iniziative che vadano oltre quanto previsto dal decreto legge “Sostegni” e un intervento che garantisca ristori adeguati alle perdite e copertura dei costi fissi delle piccole imprese. Inoltre serve un piano di riapertura graduale delle attività che sia chiaro nei tempi e nelle modalità. Questo è necessario anche per garantire la tenuta e la coesione sociale del paese.
Mario Landriscina , direttore Confesercenti Provinciale BAT
Abbiamo bisogno di molto di più di quanto finora c’è stato dato e soprattutto vogliamo lavorare. Non poterlo fare, fa perdere la dignità di imprenditori che, invece, al contrario deve renderci orgogliosi. Servono subito sostegni adeguati alle perdite subite e ai costi sostenuti. Chiediamo credito immediato, anche d’imposta, sui canoni di locazione e un piano per riaprire in sicurezza. Le nostre piccole imprese sono il motore dell’economia. Solo se ripartono, riparte l’Italia.
Tommy Leonetti, presidente Confesercenti Andria.
Dobbiamo insistere sulle vaccinazioni che sono la cura, mentre le varie zone rosse e arancioni sono la prevenzione. Tante le contraddizioni: chiese aperte, teatri, negozi di abbigliamento e calzature chiusi e senza o pochi ristori. Sostegni disposti con la logica di non essere erogati perché altrimenti devono spiegarci perché con perdite del 30% si possono avere e con il 28% no, comunque si è perso denaro. Il governo non si rende conto che tutto ciò potrebbe diventare un problema sociale. Non è giusto che chi per anni ha versato regolarmente le tasse, oggi che ha bisogno di un sostegno, questo non accade e crea rabbia e frustrazione. Noi di Confesercenti siamo per “tutti aperti” con la regolamentazione. Solo il ritorno alla normalità potrebbe far tornare tutto come prima. Inutile la chiusura dei negozi alle ore 18 se poi il coprifuoco parte dalle 22. Potevamo superare questa pandemia semplicemente stando a casa e non siamo stati capaci. Nelle altre nazioni invece è stato possibile perché contemporaneamente sono stati inviati contributi mentre in Italia non avviene. È un cane che si morde la coda.
Francesco Petruzzelli, coordinatore FIEPET (Federazione Italiana Pubblici Esercenti e Turismo) Confesercenti Barletta e Provincia BAT
Due sono le questioni che devono emergere in maniera seria durante questa manifestazione voluta fortemente da tutti i commercianti, evidenzia: la pandemia, che si risolve con la vaccinazione di massa, e l’aspetto economico che può essere colmato con i ristori, e cioè con fondi da elargire a tutte le categorie colpite. Per quanto riguarda le tasse è giusto che a pagarle siano soltanto i commercianti che in questo periodo hanno aumentato il loro fatturato.
Nicola Caiella, presidente ANVA (Associazione Nazionale Commercio su Aree Pubbliche) BAT
Gli ambulanti stanno lavorando al massimo due giorni a settimana da circa un anno e anche se i mercati si svolgono in sicurezza, l’afflusso di gente è minimo e pertanto non ci sono assembramenti. La verità è che a gestirci sono i nostri governanti che in questo periodo di forte crisi economica potevano anche decidere all’unanimità di ridursi lo stipendio e incrementare il sostegno a tutti i commercianti con partita IVA che ad oggi hanno preso solo briciole Infine voglio invitare tutti gli ambulanti a riconoscersi solo nelle associazioni di livello nazionale che alla protesta per strada preferiscono quella sui tavoli istituzionali.
Salvatore Fracchiolla, presidente ANVA (Associazione Nazionale Commercio su Aree Pubbliche) Trani
Bisogna aprire il prima possibile e in sicurezza visto che noi ambulanti siamo la categoria più bistrattata del commercio e non riusciamo più a sopportare questa situazione. Il Governo se impone la chiusura deve aiutare presto e non dopo mesi e soprattutto lo deve fare con aiuti adeguati. Per dare respiro ai commercianti e permettere all’economia di ripartire serve la cancellazione delle tasse almeno per un anno e l’elargizione di credito a tutte le attività.
Angelo Frisardi: componente di Presidenza Confesercenti Prov BAT e direttivo di Andria
Le difficoltà che le aziende, soprattutto medio piccole, stanno affrontando a causa dei vari lockdown, sono notevoli. Molte aziende sono verso la chiusura e non riescono a sostenere i diversi costi fissi che non sono assolutamente compensati da quelle piccole forme di ristoro previste dal Governo o da alcune Regioni. Confesercenti propone che siano le istituzioni territoriali più vicine alle aziende, e cioè i comuni, a farsi carico di esprimere una vicinanza a quel tessuto economico che rappresenta il vero fermento all’interno delle città e molto spesso anche di attrazione turistica. E’ necessario prevedere all’interno dei bilanci comunali dei capitoli di spesa tali che si possano offrire dei contributi immediati, diretti soprattutto verso questi settori per cui è stata prevista la totale chiusura o, se non è possibile, forme di contributo per poter programmare in maniera organizzata delle iniziative che consentano alle aziende una ripresa e che garantiscano un ritorno degli utenti presso le attività dopo questo periodo di serrata.
Daniele Santoro, dirigente Confesercenti Provinciale BAT e commerciante
395 giorni di abbandono totale da parte delle istituzioni, 395 giorni che le attività commerciali e le partite Iva soffrono senza alcun sostegno da parte del Governo. Siamo stati illusi da tante parole e tante promesse, però fatti zero. Sono 395 giorni dall’ultimo lockdown che ci rimbocchiamo le maniche e che speriamo in un cambiamento. Ad oggi non abbiamo ancora ricevuto certezze da parte del governo e sostegni immediati che possano risollevare le nostre sorti. Con l’ultimo decreto non possiamo pagare nemmeno alcune delle scadenze mensili di fitto e siamo ancora tartassati dalle tasse. Aspettiamo fiduciosi la decisione del Governo di vaccinare tutti i commercianti perché è strano che chi è in prima linea come noi, non sia stato ancor vaccinato. Così il commercio anziché ripartire. Morirà definitivamente.
Antonio Del Curatolo, dirigente Confesercenti Provinciale BAT e ristoratore
Come rappresentante del settore ristorazione vogliamo una sola certezza: iniziare a lavorare. Abbiamo dimostrato di saperlo fare. La nostra categoria è fatta di tanti imprenditori seri che investono nella propria attività e nella sicurezza dei propri dipendenti e della clientela. Non abbiamo bisogno di mance o contentino, ma di chi conosce veramente il nostro settore fatto di costi fissi e fitti e di un conto economico costantemente in perdita. Abbiamo bisogno di dignità
Giancarlo Ruggieri, presidente Asshotel Confesercenti BAT e imprenditore alberghiero
Il settore turistico alberghiero è il comparto che ha ricevuto maggiore danno dalla pandemia ed è per questo che mi aspetto più rispetto e attenzione da parte del Governo e della Regione. I sostegni devono essere sburocratizzati e di emergenza come lo è questo periodo. Attendere mesi per poter ricevere quel poco che vogliono darci è francamente deleterio. La sopravvivenza dell’intero comparto dipende da sostegni cospicui e urgenti, altrimenti molte strutture saranno costrette a chiudere o ad essere cedute a società predatrici. Non si può più aspettare