Un’ondata di fallimenti di società indebitate che soffrono per le conseguenze della pandemia di Covid si profila nella zona euro, a meno che gli Stati non operino “un maggiore sostegno” per la loro solvibilità.
E’ l’avvertimento lanciato dallo European Sistemic Risk Board, il Comitato per il rischio sistemico che fa capo alla Bce. “Più di un anno di restrizioni alle attività economiche non hanno portato finora a instabilità finanziaria” ma “la minaccia di un’ondata di insolvenze è grande”, scrive il comitato in un rapporto.
Dallo scoppio della prima ondata di Covid all’inizio del 2020, la massiccia e rapida risposta degli Stati dell’area euro è consistita nell’alleviare i problemi di liquidità delle imprese, sorti improvvisamente a causa delle restrizioni imposte dalla crisi sanitaria. Sono state concesse moratorie sui debiti, garanzie sui prestiti e prestiti pubblici. Tuttavia, il sovraindebitamento derivante da queste misure “aumenta il rischio di una grande ondata di insolvenza”, avverte l’istituto.
Tale “trappola” potrebbe essere evitata se gli Stati passassero dall’azione per salvaguardare la liquidità a “un maggiore sostegno alla solvibilità delle società redditizie”, cioè quelle ritenute in grado di sopravvivere a lungo termine senza il sostegno pubblico. Questo nuovo tipo di misura, che equivale a compensare direttamente le perdite subite, dovrebbe concentrarsi sui settori più colpiti dalla crisi (ristorazione e alloggio, arte e spettacolo, ecc.), stima il rapporto.
Si tratta anche di evitare l’”azzardo morale” facendo in modo che accanto agli Stati anche il settore bancario sostenga parte dei costi per sostenere le imprese in difficoltà ma vitali, scrive la Bce.