Il neo Presidente Simone: “Questo anno e mezzo di pandemia ci ha fatto comprendere l’importanza di questa associazione come punto di riferimento per le nostre imprese e, per questo, il mio primo impegno sarà quello di renderla uno spazio aperto, di confronto e di sviluppo”
L’assemblea dei delegati Fiepet ha eletto Alessandro Simone nuovo presidente provinciale del sindacato che riunisce i gestori di pubblici esercizi aderenti a Confesercenti. Genovese classe 1978, Simone è attivo nel settore della somministrazione da 25 anni. Attualmente, è titolare della rete di Caffetterie San Giorgio, presenti dal 2008 in via Colombo, dal 2016 in via Luccoli, dal 2019 in via Torti e dallo scorso anno anche sul Lungomare di Pegli.
«Ringrazio tutti per la fiducia dimostratami – le sue prime parole da presidente Fiepet Genova – Questo anno e mezzo di pandemia ci ha fatto comprendere l’importanza di questa associazione come punto di riferimento per le nostre imprese e, per questo, il mio primo impegno sarà quello di renderla uno spazio aperto, di confronto e di sviluppo. Prioritaria sarà infatti la ripresa dell’azione sindacale e della valorizzazione delle professioni di barista e ristoratore, attività passate giocoforza in secondo piano in questi ultimi, difficilissimi mesi nei quali ad essere in gioco era, ed è tuttora, la sopravvivenza stessa dei pubblici esercizi».
«Proprio in un’ottica di rilancio complessivo del settore – conclude Simone – il nuovo direttivo Fiepet designerà, a breve, degli specifici responsabili su base territoriale e per settore di competenza. Visto però il momento delicato vissuto, in particolare, dal Centro storico, abbiamo ritenuto urgente provvedere già ad ufficializzare la delega per questa parte di città, che è stata conferita a Pierpaolo Cozzolino, titolare del “Kowalski” di via dei Giustiniani».
«È il momento di ripensare il Centro storico, vedendolo prima guarire e poi rialzarsi grazie all’impegno degli attori che da sempre lo vivono, residenti ed esercenti in primis – commenta Cozzolino -. Questo perché una città vecchia più vivibile è nell’interesse di tutti: la strada è quella delle misure condivise, senza ricadere nella logica del muro contro muro».