L’Associazione: “Il commercio diffuso è una ricchezza per la città: va sostenuto dotandolo di fondi adeguati e rafforzando il suo ‘bagaglio digitale'”
Una rete forte e diffusa di negozi e mercati rappresenta un elemento insostituibile nella vita delle città. Dunque, il commercio di vicinato va sostenuto e aiutato a modernizzarsi: Confesercenti e Circoscrizione 4 hanno presentato oggi i risultati del progetto “Territorio e Impresa” che ha coinvolto i commercianti di via Cibrario e Corso Telesio. Si è trattato di analizzare l’attuale situazione dei due assi commerciali e il livello di digitalizzazione delle imprese: dati grazie ai quali sarà possibile immaginare una serie di azioni mirate ad affrontare gli aspetti legati all’organizzazione del punto vendita, al livello di digitalizzazione e a possibili progettualità da avviare non sul singolo esercizio di vicinato, ma sull’intero sistema del commercio di via. I risultati completi dell’indagine possono essere letti nel report allegato.
Nei mesi scorsi – proprio sulla scorta delle esigenze emerse dai commercianti – si è già tenuta una serie di incontri-lezioni che hanno consentito ai partecipanti di appropriarsi delle tecniche di digitalizzazione del punto vendita e dell’utilizzo dei social a fini di azioni commerciali.
“Il commercio rappresenta un presidio sociale da salvaguardare – ha detto Marianna Del Bianco, coordinatrice della prima Commissione della Circoscrizione 4 – e progetti come questo consentono di aiutare gli operatori a riaffermare il proprio ruolo: la pandemia ha dimostrato che il commerciante di quartiere è un insostituibile punto di riferimento”.
“Siamo – ha aggiunto Claudio Cerrato, presidente della Circoscrizione – al fianco dei commercianti e delle loro associazioni in tutte le azioni volte a rafforzare la funzione del commercio diffuso e il suo rapporto con il territorio”.
“Siamo convinti – ha detto Carlo Chiama, direttore di Confesercenti – che, nonostante web e grande distribuzione, il piccolo commercio abbia un futuro, purché faccia leva sul radicamento nel territorio, sul rapporto di fiducia instaurato con i consumatori e sui servizi offerti. Ma perché ciò accada sono necessarie politiche pubbliche di sostegno all’innovazione e alla formazione continua degli operatori. Lo si è fatto con la manifattura nei momenti di crisi, chiediamo che lo si faccia anche per il commercio, il settore che ha patito di più la crisi dovuta al Covid. Sono necessari i fondi europei e quelli stanziato per il Pnrr: una parte significativa dovrà andare a imprese che per definizione non sono delocalizzabili e che sono in grado di creare tanti posti di lavoro. Progetti come ‘Territorio e Impresa’ vanno sicuramente in questa direzione e la collaborazione con le istituzioni pubbliche è essenziale”.