Camere chiedono, inoltre, taglio magazzino cartelle
“Rimodulare” i piani di rateizzazione dei pagamenti legati alla rottamazione delle cartelle sospese durante il periodo della crisi pandemica (dalll’8 marzo 2020 al 31 agosto del 2021) prevedendo “modalità di rientro graduale dei debiti derivanti dai piani di rateizzazione”.
E’ quanto chiedono al Governo le Commissioni Finanze di Camera e Senato nella risoluzione approvata oggi.
La risoluzione prevede, inoltre, di ridefinire la disciplina legislativa per poter gestire il magazzino dei crediti fiscali di difficile esigibilità o inesigibili e avviare la riforma della riscossione nel quadro della più ampia riforma fiscale. Il documento impegna il Governo a prevedere un
“discarico automatico dei crediti realmente inesigibili” e il “potenziamento del sistema di riscossione”.
Secondo il Mef a fine 2020 la consistenza del magazzino crediti “ha superato 999 miliardi, dei quali circa 400 difficilmente recuperabili e più di un terzo superiori a 10 anni” .
“Il 78 per cento del magazzino fiscale – evidenzia la relazione delle commissioni Finanze di Camera e Senato – è costituito da 178 milioni di crediti di importo inferiore a 1.000 euro (per un totale di 56 miliardi) che impongono di valutare il rapporto costi/benefici rispetto alle operazioni di recupero”.
Il magazzino crediti evidenzia poi come ci siano circa 18 milioni di contribuenti in debito col fisco, di cui ben 15 milioni sono persone fisiche, delle quali 2,5 milioni hanno attività economiche, mentre dei carichi residui di competenza statale ben 133 miliardi sono dovuti da soggetti deceduti e ditte cessate, mentre altri 152 miliardi da soggetti con procedura concorsuale in corso.
Dei circa 8 milioni di contribuenti destinatari ogni anno di cartelle di pagamento, avvisi di addebito e avvisi di accertamento esecutivi, quasi il 90 per cento risulta avere già avuto iscrizioni a ruolo negli anni precedenti, a dimostrazione dell’alta recidività di coloro che non regolarizzano il debito nella fase antecedente l’inizio del processo di riscossione. Dei circa 16 milioni di nuovi atti che annualmente vengono notificati, circa il 20 per cento viene regolarizzato nel periodo immediatamente successivo alla notifica, mentre un ulteriore 25 per cento viene estinto attraverso le procedure di recupero e l’istituto della rateizzazione nei successivi 5 anni, il restante 55 per cento viene poi recuperato solo parzialmente nei successivi anni.
Questi risultati sono molto inferiori a quelle di altri Paesi europei nei quali il non riscosso è alquanto limitato e si provvede a cancellarlo su base annuale.