Il superamento dell’obbligo della comunicazione per le erogazioni pubbliche e semplificazioni in materia ambientale
Con una nota, in riferimento al pacchetto di richieste di proroghe approntato per le scadenze parlamentari, Faib Confesercenti ha chiesto una dilazione di almeno 6 mesi per dare tempo alle Pmi di adeguare i registratori telematici. Sulla questione Faib era già intervenuta nei giorni scorsi con un comunicato stampa ricordando che in assenza di una proroga scatta l’ adeguamento obbligatorio del tracciato 7.0 dal 1° gennaio 2022, mettendo a rischio sanzioni 250 mila imprese, compresi qualche migliaia di gestori carburanti. Come è noto, l’ultima proroga del 7 settembre 2021 aveva spostato il termine per effettuare l’adeguamento del tracciato XML di trasmissione dei dati al 31.12.2021, ma il prolungarsi dell’emergenza Covid e i ritardi delle case di software abilitate all’adeguamento richiedono al momento un nuovo rinvio dell’entrata in vigore del nuovo tracciato telematico per la trasmissione dei corrispettivi. In questo senso il pressing di Faib e Confesercenti nazionale su parlamentari e istituzioni perché il Parlamento e il Governo chieda all’AdE di concedere una proroga alla piccole e medie imprese a rischio di pesanti sanzioni.
La seconda richiesta di proroga concerne la questione dei contributi ottenuti dalle imprese e l’obbligo informativo di cui all’art.1, commi da 125 a 129, della Legge n.124/2017, sia in riferimento alle difficoltà interpretative emerse in riferimento ai “Contributi a fondo perduto COVID”, che per Faib non rientrano nell’ambito degli obblighi informativi, sia in riferimento ad altri aiuti come crediti d’imposta e commissioni bancarie per i quali sarebbe il caso di chiedere comunque chiarimenti e una proroga al 31/12 2022. Su quest’ultimo aspetto Faib Confesercenti è intervenuta anche nell’ambito del Documento consegnato al Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale, per l’approfondimento dei temi oggetto dell’informativa del Ministro Brunetta, con particolare riferimento agli interventi per la semplificazione e la standardizzazione delle procedure amministrative. Il documento medesimo, oltre ad una introduzione di carattere generale sui temi per le semplificazioni, contiene richieste specifiche, evidenziando anche la questione degli “Obblighi di informazione e trasparenza sulle erogazioni pubbliche”; sul punto Faib Confesercenti ha ricordato che l’art. 1, comma 125 e seguenti della L. n. 124/17 obbliga, con un adempimento per la gran parte inutile, le imprese a rendere noti sussidi ed erogazioni ricevuti dagli Enti pubblici, pubblicandoli nella nota integrativa di bilancio o sul sito Internet proprio o della propria Associazione di rappresentanza. Si tratta di un obbligo gravoso e inutile, dal momento che i dati su sovvenzioni e sostegni erogati alle imprese sono già in possesso delle Pubbliche amministrazioni eroganti e addirittura, per gli aiuti di Stato, già pubblicati nell’apposito Registro nazionale. La norma viola il principio dell’once only, il divieto di chiedere al privato informazioni già conosciute dalla PA, e scarica sulle imprese ulteriori oneri non previsti. L’applicazione della norma presenta fra l’altro numerose incertezze ed incongruenze, poiché l’avvenuta proroga al 1° gennaio 2022 non chiarisce se siano state differite le sanzioni o proprio le norme che prescrivevano per il 2021 la pubblicazione delle informazioni. Inoltre, proprio per le erogazioni rientranti nella disciplina degli aiuti di Stato, è prevista l’esclusione della pubblicazione delle informazioni, sostituita dalla semplice dichiarazione che esse sono soggette a pubblicazione nell’apposito Registro. Tuttavia, non sempre tale pubblicazione è effettivamente avvenuta, per motivi legati alle regole o a problematiche relative alle Amministrazioni eroganti, lasciando le imprese nell’incertezza. Infine, l’opzione di utilizzare i siti delle proprie Associazioni di appartenenza per la pubblicazione delle informazioni costituisce un problema non secondario inerente la tutela dei dati personali, rivelando il dato sensibile dell’appartenenza sindacale. Tale disciplina, a nostro avviso, andrebbe decisamente superata, abrogandola.
Sempre in tema di semplificazione e sburocratizzazione la nota segnala la questione della normativa ambientale.
La normativa interna impone, soprattutto in relazione alla gestione dei rifiuti ed al sistema delle autorizzazioni ambientali, procedure amministrative e burocratiche estremamente onerose, secondo un’errata visione che vede la tutela dell’ambiente come maggiormente garantita con un carico abnorme di regole e adempimenti. Le complessità sono ancora più evidenti alla luce della necessità di coinvolgere in questo processo anche le imprese micro e piccole, che costituiscono l’ossatura economica del Paese e che, chiaramente, necessitano di strumenti a loro misura. Le PMI, al contrario, scontano ad oggi la difficoltà di cogliere possibilità e strumenti operativi proprio perché nella maggior parte dei casi non pensati per esse. Relativamente alla criticità derivante dal quadro normativo di settore, non organico e di difficile applicazione, si attende la realizzazione di un nuovo Testo Unico Ambientale, quale strumento utile per supportare la transizione verso un’economia circolare. In particolare, attraverso tale nuovo Codice andranno realizzati interventi organici e di razionalizzazione dell’intero apparato normativo di settore, in luogo di quelli sporadici e settoriali fino ad oggi effettuati, non limitando gli interventi di modifica e integrazione normativa alla mera trasposizione nazionale delle nuove direttive ma creando, anche attraverso il coinvolgimento di esperti e degli stakeholder, un quadro complessivo di norme e regole chiare e funzionali al modello di economia circolare, che elabori soluzioni sia di tipo concettuale che normativo/autorizzatorio basate sull’evidenza empirica e su rigorose e attente analisi tecnico-scientifiche oltre a superare la duplicazione delle imposte.